La crisi idrica globale: una minaccia per tre miliardi di persone entro il 2050
La crisi idrica globale è un problema che sta assumendo proporzioni sempre più allarmanti. Secondo un recente rapporto, entro il 2050, tre miliardi di individui potrebbero trovarsi senza accesso all’acqua, la risorsa più vitale del nostro pianeta. Questa previsione inquietante è stata rivelata da un’analisi condotta dal Water Research Institute (WRI).
La gravità della crisi idrica
Il report del WRI evidenzia la portata e la gravità della siccità a livello globale. Un quarto della popolazione mondiale, ovvero uno su quattro individui, affronta annualmente un livello di stress idrico estremamente alto, arrivando a consumare l’intera fornitura d’acqua disponibile. Inoltre, circa la metà della popolazione globale, pari a quattro miliardi di persone, vive in condizioni di forte stress idrico e siccità per almeno un mese all’anno.
Le conseguenze della crisi idrica
Questi dati si traducono in condizioni di salute precarie, insicurezza alimentare ed energetica, disoccupazione e profonde disuguaglianze sociali che possono sfociare in conflitti violenti. Se non si interviene subito per invertire la tendenza e modificare la situazione, l’aumento previsto della popolazione mondiale e l’accelerazione della crisi climatica non faranno altro che aggravare ulteriormente lo stress idrico, influenzando negativamente la vita di un numero sempre maggiore di persone.
Le cause dello stress idrico
Come per altre risorse, la domanda di acqua a livello globale sta superando l’offerta disponibile sul nostro pianeta. L’aumento della popolazione, l’agricoltura e l’allevamento intensivi, l’espansione delle industrie e la produzione di energia sono alla base di questa domanda in costante crescita, che negli ultimi sessanta anni è raddoppiata.
Lo stress idrico: una definizione
Lo stress idrico è il rapporto tra la domanda di acqua e l’offerta rinnovabile a livello locale: più è piccolo il divario tra domanda e offerta, più un luogo è vulnerabile alla scarsità d’acqua. In termini pratici, un Paese che affronta uno stress idrico elevato consuma il 40% della sua fornitura idrica, mentre uno che vive in condizioni di stress idrico estremo consuma almeno l’80% della sua fornitura disponibile.
I Paesi più a rischio
Secondo i dati raccolti dal WRI, attualmente sono 25 i Paesi nel mondo esposti ogni anno a uno stress idrico estremo, ovvero quelli che utilizzano oltre l’80% del loro approvvigionamento idrico rinnovabile per l’irrigazione, l’allevamento, l’industria e le esigenze domestiche. Le regioni più soggette a stress idrico sono il Medio Oriente e il Nord Africa, dove l’83% della popolazione è esposta a stress idrico estremamente elevato, seguite dall’Asia meridionale, dove il 74% della popolazione subisce gli effetti dello stress idrico estremo. I cinque paesi più stressati dall’acqua sono Bahrain, Cipro, Kuwait, Libano e Qatar.
Le previsioni future
Secondo le previsioni degli scienziati, entro il 2050 un ulteriore miliardo di persone vivrà in condizioni di stress idrico estremamente elevato. Questo accadrà anche se, nel migliore degli scenari climatici, l’aumento delle temperature globali dovesse rimanere entro +1,1°C. Questo perché, parallelamente all’aumento delle temperature medie globali, si prevede anche un aumento della richiesta di acqua, dal 20% al 25% entro il 2050.
Il cambiamento nella domanda di acqua
Il più grande cambiamento nella domanda di acqua da qui al 2050 si verificherà nell’Africa subsahariana. Attualmente, la maggior parte dei Paesi di questa regione non è stressata dal punto di vista idrico, ma la richiesta d’acqua sta crescendo più rapidamente rispetto a qualsiasi altra regione del mondo. Entro il 2050, la domanda di acqua nell’Africa subsahariana potrebbe aumentare del 163%, un tasso di variazione quattro volte superiore rispetto all’America Latina, che rappresenta la seconda regione con la domanda più alta.