Il segreto di Megalodon per raggiungere il gigantismo è stato finalmente svelato grazie a una nuova ricerca condotta da un team di scienziati. Megalodon, un antico squalo predatore, era noto per le sue dimensioni enormi, ma si è scoperto che quando si trattava di nuotare, era piuttosto lento. Questa scoperta è stata possibile grazie all’analisi di scaglie simili a denti trovate all’interno di pezzi di roccia che circondano una serie di denti di megalodonte.
La scoperta di queste scaglie è stata fatta casualmente da un cacciatore di fossili negli anni ’80. Il paleobiologo Kenshu Shimada, della DePaul University, ha ricevuto una telefonata da un compagno di caccia ai fossili che gli ha detto di aver trovato un set di denti di megalodonte. Questo set di denti è stato poi esaminato nuovamente e sono state scoperte numerose scaglie placoidi, chiamate anche denticoli, che sono tipiche dei pesci cartilaginei come gli squali.
La forma dei denticoli può essere utilizzata per determinare la velocità di nuoto di un pesce. I denticoli più piccoli aiutano il pesce a nuotare più velocemente riducendo la resistenza e la turbolenza, mentre i denticoli più grandi rendono il nuoto più lento. Nel caso del megalodonte, i denticoli sollevati dal set di denti avevano chiglie ampiamente distanziate, il che indica una velocità di nuoto più lenta rispetto agli squali d’acqua aperta esistenti.
Questa scoperta ha portato il team di ricerca a concludere che il megalodonte era un “nuotatore medio” con occasionali esplosioni di nuoto più veloce per catturare la preda. Questa conclusione ha sollevato alcune domande, in quanto uno studio precedente aveva suggerito che i megalodonti erano a sangue caldo. Tuttavia, la nuova scoperta ha fornito una spiegazione plausibile: il megalodonte raggiungeva il gigantismo per investire il suo metabolismo endotermico nella trasformazione viscerale del cibo.
In altre parole, il megalodonte mangiava in grande quantità per sostenere il suo enorme corpo. Questo spiega perché il megalodonte era così grande nonostante la sua velocità di nuoto relativamente lenta. Mangiava grandi pezzi di cibo e utilizzava il calore generato dal suo metabolismo per digerirli. Questo comportamento è noto come “comportamento di investimento metabolico” e può essere osservato anche in alcune specie di squali esistenti.
Questa nuova scoperta è stata pubblicata in un articolo scientifico su Biologia storica e fornisce una nuova prospettiva sulle abitudini alimentari e di nuoto del megalodonte. Nonostante la sua lentezza nel nuotare, il megalodonte era ancora un predatore temibile grazie alle sue dimensioni e alla sua forza. Questa ricerca ci aiuta a comprendere meglio la vita di questa antica creatura e a svelare i segreti del suo gigantismo.
In conclusione, il megalodonte era un nuotatore relativamente lento, ma compensava questa lentezza con la sua abilità di cacciare e ingoiare grandi quantità di cibo. Questo comportamento di investimento metabolico gli permetteva di sostenere il suo enorme corpo e di diventare uno dei predatori più temibili dell’oceano. La scoperta di queste scaglie simili a denti ci fornisce una nuova visione di questa antica creatura e ci aiuta a comprendere meglio il suo modo di vivere.