I principi della conoscenza ecologica tradizionale (tek) potrebbero essere la soluzione per affrontare il problema della spazzatura spaziale prima che peggiori. Il numero di satelliti in orbita intorno alla Terra sta crescendo rapidamente, passando da oltre 2.000 cinque anni fa a 9.000 attualmente, grazie alle mega-costellazioni come Starlink. Entro la fine del decennio, si prevede che il numero di satelliti raggiungerà quota 60.000. Questo aumento del traffico spaziale sta portando a un rischio sempre maggiore di collisioni tra oggetti spaziali, creando una situazione simile alla Sindrome di Kessler, in cui un pezzo di spazzatura spaziale colpisce un satellite, generando ulteriore spazzatura che colpisce altri satelliti in un effetto a cascata. Questo potrebbe rendere un’intera orbita inutilizzabile.
Per affrontare questo problema, abbiamo parlato con il Professor Moriba Jah, un esperto di spazzatura spaziale, che suggerisce che la soluzione potrebbe venire dalla conoscenza ecologica tradizionale. Secondo il Professor Jah, lo spazio orbitale è una risorsa finita e richiede protezione. Attualmente, le autostrade orbitali sono sempre più congestionate di oggetti morti, che rappresentano un pericolo per i satelliti funzionanti e i servizi che offrono, come la posizione, la navigazione, le comunicazioni e l’osservazione della Terra.
Il Professor Jah sostiene che la commercializzazione dello spazio non è il problema in sé, ma il modo in cui viene affrontato. Egli crede che l’applicazione dei principi dell’antico tek, ovvero la conoscenza ecologica tradizionale, potrebbe contribuire alla sostenibilità dello spazio. Questi principi provengono dalle popolazioni indigene che considerano tutte le cose come interconnesse e promuovono una gestione responsabile dell’ambiente. Il Professor Jah suggerisce anche l’adozione di un’economia spaziale circolare, che mira a ridurre al minimo l’uso di satelliti monouso e a rendere i razzi e i satelliti riciclabili. Inoltre, propone di progettare gli oggetti spaziali in modo che possano essere smaltiti in modo responsabile, bruciando nell’atmosfera senza inquinare.
Per promuovere un approccio più sostenibile allo spazio, il Professor Jah suggerisce l’adozione di un sistema di valutazione della sostenibilità dello spazio, come il Space Sustainability Rating. Questo sistema coinvolgerebbe governi, industria e operatori spaziali per incentivare comportamenti sostenibili nello spazio. Inoltre, il Professor Jah consiglia ai governi di coinvolgere le popolazioni indigene e le Prime Nazioni nella discussione sulla gestione dello spazio come risorsa finita, poiché hanno una vasta esperienza in questo campo.
In conclusione, il problema della spazzatura spaziale sta diventando sempre più grave e richiede un approccio sostenibile. L’applicazione dei principi dell’antico tek e l’adozione di un’economia spaziale circolare potrebbero contribuire a ridurre la quantità di spazzatura spaziale e a garantire la sostenibilità dello spazio. Inoltre, un sistema di valutazione della sostenibilità dello spazio potrebbe incentivare comportamenti responsabili da parte dei governi, delle agenzie spaziali e dell’industria. È importante coinvolgere le popolazioni indigene e le Prime Nazioni nella discussione, poiché hanno una conoscenza preziosa sulla gestione dell’ambiente e possono offrire importanti prospettive per affrontare questo problema.