Le utility italiane del servizio idrico, associate a Utilitalia, hanno confermato la loro disponibilità a investire 10 miliardi di euro per proteggere l’acqua dalla crisi climatica. Questo annuncio è stato fatto durante l’assemblea generale dell’associazione, che si è tenuta a Roma. Oltre la metà di questi investimenti, pari a 5,2 miliardi di euro, sarà realizzata entro il 2024.
Secondo il presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini, i cambiamenti climatici hanno un impatto diretto sull’operatività delle imprese dei servizi pubblici e sulle prospettive di investimento. Pertanto, è diventato prioritario affrontare il problema dei cambiamenti climatici non solo per ridurre le emissioni di gas serra, ma anche per contenere i danni che ne derivano. Questo è fondamentale per garantire la continuità e la qualità dei servizi pubblici.
L’Italia ha già perso il 20% della sua risorsa idrica dall’inizio del XX secolo. Se non verranno ridotte in modo significativo le emissioni di gas serra legate all’uso di combustibili fossili, che sono la causa principale della crisi climatica in corso, si rischia di perdere un altro 40-90% entro la fine del secolo.
Dei 10 miliardi di euro annunciati da Utilitalia, 3 verranno investiti al nord, 4 al centro e 3 nel sud e nelle isole. Questi investimenti saranno finanziati attraverso la tariffa. Circa 6,5 miliardi di euro saranno destinati a interventi nei servizi di adduzione e distribuzione, mentre circa 2,5 miliardi saranno ripartiti equamente tra i segmenti di fognatura e depurazione. La quota restante, pari a circa 1 miliardo di euro, sarà destinata ad interventi negli altri segmenti della filiera, come la captazione, la potabilizzazione e la dissalazione.
Ci sono circa mille progetti in programma, che includono la costruzione di nuovi serbatoi, nuovi approvvigionamenti, il riutilizzo delle acque reflue, la manutenzione delle reti per ridurre le dispersioni, l’interconnessione tra acquedotti, l’ampliamento della rete fognaria e l’ammodernamento degli impianti di depurazione. Secondo Utilitalia, la realizzazione di questi interventi porterà a un aumento di circa 620 milioni di metri cubi di acqua disponibile, che può essere recuperata o prodotta in più.
Tuttavia, è importante sottolineare che questi investimenti non rappresentano una soluzione definitiva al problema. Nel solo 2022, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) stima che l’Italia abbia perso 67 km cubi di acqua in termini di disponibilità idrica. Pertanto, l’unico modo efficace per affrontare questa sfida è continuare a investire nella resilienza dei territori, come proposto da Utilitalia, e ridurre efficacemente le emissioni di gas serra.
In conclusione, le utility italiane del servizio idrico stanno facendo importanti investimenti per proteggere l’acqua dalla crisi climatica. Tuttavia, è necessario fare di più per affrontare questa sfida in modo efficace. Ridurre le emissioni di gas serra e investire nella resilienza dei territori sono azioni fondamentali per garantire la continuità e la qualità dei servizi pubblici legati all’acqua. Solo attraverso un impegno concreto e una visione a lungo termine sarà possibile preservare questa risorsa vitale per le generazioni future.