Le strade possono diventare più sicure per i ciclisti grazie alla comunicazione tra veicoli autonomi e biciclette attraverso occhiali a realtà aumentata. Un team di ricercatori dell’Università di Glasgow ha studiato le interazioni tra auto e ciclisti per trovare soluzioni che proteggano quest’ultimi in un futuro con un crescente numero di veicoli a guida autonoma.
La sfida delle interazioni tra auto e ciclisti
Attualmente, le auto a guida autonoma offrono poco feedback diretto ai ciclisti, rendendo difficile per questi ultimi prendere decisioni importanti come sorpassare o cambiare corsia. Per garantire la sicurezza, è necessario che i veicoli autonomi comprendano e si comportino in modo appropriato rispetto alle comunicazioni umane.
Gli occhiali intelligenti come soluzione
Una possibile soluzione proposta dai ricercatori prevede l’utilizzo di occhiali intelligenti da parte dei ciclisti, attraverso i quali i veicoli autonomi potrebbero comunicare direttamente. Tuttavia, questo porrebbe l’onere sul ciclista e non sull’auto o sul suo conducente. Le auto a guida autonoma potrebbero anche segnalare meglio le loro intenzioni con display integrati all’esterno, fornendo informazioni come l’intenzione di svoltare, rallentare o accelerare.
Evitare il sovraccarico di informazioni
I progettisti di qualsiasi interfaccia auto-ciclista dovrebbero calibrare bene i propri strumenti in modo da evitare di sovraccaricare i ciclisti di informazioni non necessarie, soprattutto in scenari in cui gli utenti della strada sono in movimento.
La ricerca sulle interazioni tra auto e ciclisti
Il team di ricercatori ha condotto due studi di osservazione del traffico stradale nella città di Glasgow e nei suoi dintorni per capire meglio come interagiscono gli utenti della strada. Hanno osservato 414 interazioni separate tra ciclisti e automobilisti in cinque incroci cittadini durante periodi di traffico intenso al mattino e nel tardo pomeriggio. Inoltre, hanno fornito a 12 volontari occhiali per il tracciamento oculare e videocamere montate sulla testa con cui pedalare, per scoprire cosa guardano le persone durante il viaggio.