Il granchio blu: una minaccia aliena per l’ecosistema marino italiano
Un invasore inaspettato
Il granchio blu e il suo impatto sulle aziende ittiche
Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, ha recentemente illustrato in una conferenza stampa l’incursione del granchio blu, una specie estranea che sta mettendo in pericolo la biodiversità del Mar Mediterraneo. Questo invasore sta minacciando la sopravvivenza di migliaia di piccole imprese ittiche, in particolare nel Polesine, la zona più colpita in Italia. Per far fronte a questa emergenza, il Veneto ha ottenuto un finanziamento di 2,9 milioni di euro per la cattura del granchio blu. Zaia ha mostrato due esemplari di granchio blu, un maschio e una femmina, e ha rivelato che solo quest’anno sono state raccolte 326 tonnellate di questa specie nella sua regione, soprattutto nella provincia di Rovigo.
Origini e caratteristiche del granchio blu
Il granchio blu, noto per il colore delle sue chele, è originario delle coste atlantiche dell’America. È stato avvistato in Italia per la prima volta circa dieci anni fa, ma è dal 2021 che si è rivelato una delle principali minacce per il nostro ecosistema marino. Questo animale onnivoro, noto scientificamente come Callinectes sapidus, è in grado di consumare qualsiasi creatura gli si avvicini, dai crostacei ai pesci, con una predilezione per le uova e gli avannotti. Durante le sue battute di caccia, il granchio blu distrugge le reti dei pescatori per raggiungere il pescato, guadagnandosi l’appellativo di “killer dei mari”.
Il granchio blu: un ospite indesiderato
Come è arrivato il granchio blu nel Mediterraneo?
Il granchio blu non è un abitante naturale del Mediterraneo. È arrivato nelle nostre acque attraverso le navi cargo, in particolare attraverso l’acqua utilizzata come zavorra per stabilizzare lo scafo. Quando le navi attraccano, l’acqua viene scaricata in porto, insieme a tutti gli organismi viventi che contiene, tra cui il granchio blu. Questa specie ha quindi iniziato a riprodursi e a popolare i nostri mari, favorita dalle condizioni ambientali e dagli effetti del cambiamento climatico.
Il granchio blu e il cambiamento climatico
Il granchio blu è in grado di resistere fino a 35 gradi, un vantaggio significativo in un mondo che si sta riscaldando. Inoltre, la siccità ha permesso al granchio blu di estendere il suo territorio: la risalita dell’acqua salata lungo i fiumi in secca ha trasportato il Callinectes sapidus sempre più verso l’entroterra. In alcune aree, come in Puglia e in Veneto, i pescatori sembrano ormai riuscire a catturare solo il granchio blu, un fenomeno dovuto sia alla rapida espansione di questa specie, sia al grave problema della sovrapesca.
Per affrontare questa situazione, una possibile soluzione potrebbe essere quella di iniziare a consumare il granchio blu, come suggerito sia da Ispra che da diversi biologi marini. Tuttavia, è fondamentale capire come prevenire l’arrivo di specie aliene nei nostri mari e come rendere il trasporto navale più sostenibile, altrimenti ci troveremo a dover affrontare una nuova invasione e a dover stanziare nuovi fondi.