Il legno è spesso considerato una soluzione eco-friendly per l’edilizia, ma secondo il ricercatore Tim Searchinger della Princeton University, potrebbe non essere così sostenibile come pensiamo. Nel suo report “The Global Land Squeeze: Managing Growing Competition for Land”, Searchinger afferma che l’utilizzo del legno in edilizia potrebbe produrre emissioni inferiori solo in determinate condizioni difficili da raggiungere. Inoltre, l’impiego del legno richiede piantagioni dedicate, che al momento sono già impegnate a soddisfare altre richieste.
Il team di Searchinger ha stilato una lista di cinque motivi interconnessi che spiegano perché l’utilizzo del legno in edilizia non è sostenibile. Innanzitutto, la maggior parte del legno utilizzato viene dispersa durante la produzione. Solo una parte viene impiegata per produrre strutture durature, mentre il resto viene lasciato nella foresta a decomporsi o bruciato. Questo comporta la dispersione del carbonio immagazzinato nel legno, contribuendo alle emissioni di CO2.
Inoltre, la raccolta del legno non è carbon neutral. Se gli alberi non venissero tagliati, le foreste continuerebbero a crescere e a assorbire CO2 in quantità maggiore rispetto a quanto viene sottratto. Gli interventi di rimboschimento non riescono a coprire la deforestazione in atto nei Paesi più poveri.
L’uso del legno nelle costruzioni potrebbe aumentare il riscaldamento globale per decenni. Sebbene le foreste ripiantumate abbiano una velocità di crescita maggiore, il cosiddetto “debito di carbonio” della foresta precedentemente raccolta viene ripagato solo dopo decenni. Quindi, l’utilizzo del legno non riduce immediatamente le emissioni di CO2.
Affidarsi unicamente a piantagioni in climi caldi potrebbe portare benefici, ma solo se la domanda di legno in edilizia non diventasse globale. Utilizzando il 70% del legno raccolto nelle foreste naturali degli Stati Uniti Occidentali, potremmo ridurre le emissioni rispetto ad acciaio e cemento. Tuttavia, gran parte di questo legno viene sprecato, riducendo l’effetto positivo sul clima. Le piantagioni a crescita rapida nei Paesi caldi potrebbero essere una soluzione, ma non sarebbero in grado di soddisfare la domanda globale di legno in edilizia.
Infine, l’utilizzo del mass timber avrebbe effetti negativi sulle foreste. Secondo le previsioni del team di Searchinger, la richiesta di legno aumenterà del 90% entro il 2050. Se aggiungiamo anche il legno necessario per produrre il mass timber, sarebbe necessario raddoppiare la quantità di legno raccolto.
In conclusione, l’interesse per il legno in edilizia si basa su una visione incompleta del suo impatto sul clima. Sebbene alcuni legni provenienti da piantagioni forestali possano superare un test climatico, l’utilizzo del legno dovrebbe avvenire solo quando il mondo avrà aumentato i raccolti e ridotto il consumo di carne, rendendo disponibili terreni agricoli per le piantagioni forestali.
In sintesi, l’utilizzo del legno in edilizia potrebbe non essere così sostenibile come pensiamo. Le emissioni di CO2 legate alla produzione e alla raccolta del legno, insieme alla crescente domanda, rendono necessario valutare attentamente l’impatto ambientale di questa scelta.