Anbi: dopo le piogge, emergono i primi segni di stress idrico

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Anbi: dopo le piogge, emergono i primi segni di stress idrico

Quando l’acqua inizia a‌ mancare: uno sguardo ‍preoccupato alle ⁣risorse idriche italiane

L’anno che sta​ volgendo​ al termine ⁤è oramai riconosciuto come⁣ il più torrido ‍mai​ registrato, con un considerevole numero di giornate che hanno superato di oltre un​ grado e mezzo la media del⁣ periodo preindustriale (1850-1900), raggiungendo in alcuni casi picchi ⁣superiori ai +2°C. Questo rialzo ‌termico, particolarmente marcato nella ⁤seconda metà⁤ di dicembre a causa di un anticiclone atlantico, sta ​portando a una⁤ situazione‌ di stabilità atmosferica e incremento delle temperature. Nonostante ciò, le nostre risorse acquifere sembrano per ora‍ resistere bene, ma l’ultimo report dell’ Osservatorio ANBI sulle‍ Risorse Idriche lancia ⁤un allarme: soprattutto nel centro-sud del⁢ paese, i primi segnali di stress idrico stanno ‌diventando evidenti. Questi,​ insieme a un significativo calo nella quantità di neve sui principali sistemi montuosi italiani, ⁤dovrebbero suonare un campanello d’allarme.

L’analisi dell’ecosistema idrico italiano rivela un panorama complesso. Al Nord, i grandi laghi mostrano livelli di riempimento rassicuranti, con alcuni⁢ che superano il 90% della loro capacità. Anche in ‍ Valle d’Aosta, se da un lato lo​ zero termico si attesta su valori piuttosto elevati, dall’altro il manto nevoso inizia a ⁤dimostrarsi carente. Situazioni analoghe si riscontrano nelle regioni alpine e ⁤appenniniche, con una generale diminuzione della portata ⁣d’acqua nei fiumi e una neve ‌che ‍fatica ⁣a depositarsi come negli anni passati.

Osservando le varie regioni, la Lombardia​ appare in una ‍posizione relativamente ‍migliore, grazie alla notevole riserva idrica accumulata dopo l’estate. ‍D’altra parte, dall’Est fino alla‌ Liguria ⁣e⁢ scendendo verso‌ il centro e‍ il⁢ sud Italia, la situazione si fa più‍ preoccupante. In​ Emilia Romagna e nelle regioni ⁢meridionali, i segnali di⁢ siccità diventano sempre ‍più evidenti, con​ un calo generalizzato ‍nelle​ portate dei fiumi e livelli dei laghi che continuano⁤ a diminuire.

Nelle Marche, ad ‍esempio, troviamo solo tracce di neve sui monti, mentre i corsi d’acqua manifestano una riduzione fin ​troppo evidente. Anche l’Umbria e il Lazio non sono immuni, dimostrando⁢ quanto il clima stia mettendo sotto pressione le risorse⁣ naturali di questi territori.⁤ In particolare,⁣ la situazione del lago ​Trasimeno richiama l’attenzione sulle conseguenze durature della crisi climatica.

Passando al⁤ Sud Italia, la piovosità variabile dell’Abruzzo, ⁤il calo⁣ dei livelli idrici ‌in Molise e la ‍preoccupante ⁢situazione delle riserve in ⁢ Puglia e Basilicata ​richiamano all’urgenza di azioni concrete.

Di ⁤fronte a questa fotografia, l’appello dell’ANBI enfatizza la ​necessità di ‍un impegno rinnovato verso manutenzione idraulica, infrastrutture adeguate, innovazione e sostenibilità come pilastri di una strategia nazionale di gestione dell’acqua. Il ⁢cambiamento climatico, con i suoi effetti sempre più tangibili, rappresenta una sfida che richiede risposte immediate ​e concrete per garantire la sicurezza idrica dell’Italia nel lungo ‍termine.

Nonostante i segnali allarmanti, resta una nota di speranza nell’innovazione e ‌nella capacità di adattamento che caratterizza il⁤ nostro paese. L’obiettivo è di intraprendere un percorso di resilienza che possa assicurare alle generazioni future un accesso equo e sostenibile all’acqua, risorsa preziosa ‍e diritto fondamentale per la vita su questo pianeta.

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