Avviata la ricerca per la creazione delle prime batterie a litio alimentate da CO2
Il mondo della mobilità sostenibile continua a evolvere, con un focus particolare sulla creazione di batterie più efficienti, economiche e innovative. Tra le novità più interessanti, spicca la ricerca per la produzione di una nuova tipologia di batteria, capace di catturare le emissioni di CO2. Questo articolo esplora i dettagli di questa rivoluzionaria tecnologia.
Le batterie a Litio+CO2: un doppio vantaggio per la mobilità sostenibile
Le batterie ricaricabili a Litio+CO2 rappresentano una soluzione promettente per due delle principali sfide della mobilità attuale: lo stoccaggio di energia e la produzione efficace della stessa. Queste batterie, infatti, sono in grado di catturare l’anidride carbonica, contribuendo così a ridurre le emissioni climalteranti.
Le sfide della ricerca
Nonostante le potenzialità, le batterie a Litio-CO2 sono ancora in una fase iniziale di sviluppo. Il principale ostacolo risiede nella difficoltà di trovare catalizzatori catodici efficienti per la conversione reversibile dell’anidride carbonica.
Il contributo dell’Università del Surrey
Un passo avanti nella ricerca potrebbe arrivare dall’Università del Surrey, in Inghilterra. In collaborazione con l’Imperial College di Londra e l’Università di Pechino, sono stati avviati dei test per produrre uno strumento multi-funzione in grado di analizzare diversi materiali alla ricerca del catalizzatore perfetto.
Il “lab-on-a-chip”: uno strumento rivoluzionario
Lo strumento in questione si chiama “lab-on-a-chip” e ha il compito di valutare gli elettrocatalizzatori, ottimizzare le condizioni operative e studiare la conversione della CO2 in batterie a litio-CO2 ad alte prestazioni.
Le potenzialità del “lab-on-a-chip”
Il dottor Kai Yang, leader del gruppo di ricerca, ha spiegato che grazie a questo strumento sono state create celle a bottone e celle a sacchetto Li-CO2 con catalizzatore al platino, che hanno dimostrato un’alta capacità, stabilità e un’efficienza energetica fino al 90%. Inoltre, il “lab-on-a-chip” potrebbe avere un’ampia gamma di applicazioni anche in altri settori, dalle batterie metallo-aria, alle celle a combustibile fino ai sistemi fotoelettrochimici.