La produzione di energia fossile in Europa subisce un duro colpo
La prima metà del 2023 ha visto un drastico declino nella produzione di energia fossile in Europa. Attualmente, il gas e il carbone rappresentano solo il 33% della produzione energetica del continente, il livello più basso mai registrato. Al contrario, l’energia eolica e solare ha continuato a crescere, guadagnando terreno nel mix energetico. L’energia idroelettrica e nucleare, che nel 2022 avevano raggiunto i loro minimi storici, stanno mostrando segni di ripresa, sebbene le loro prospettive a lungo termine rimangano incerte. Questi dati emergono da un nuovo rapporto di Ember Climate, un think tank ambientale no-profit, sulla produzione di energia in Europa da gennaio a giugno 2023.
Il declino del carbone e del gas
Il carbone scende al 10% a maggio 2023
Il rapporto evidenzia che, nel primo semestre dell’anno, i combustibili fossili hanno generato 410 TWh a livello dell’Unione Europea, coprendo la quota di consumo più bassa di sempre. Questo declino è stato guidato dal carbone, che dopo l’inverno ha ridotto la sua produzione energetica del 23%. A maggio, il suo contributo alla produzione di energia europea è stato inferiore al 10%. Il gas ha invece registrato una diminuzione del 13% su base annua, un calo meno significativo poiché i paesi dell’UE hanno sostituito il gas russo con fonti alternative di gas.
Diminuzione dei consumi energetici
La riduzione delle fonti fossili in Europa è stata facilitata anche dalla diminuzione dei consumi energetici. Tra i prezzi elevati dell’energia e le misure di emergenza, la domanda di elettricità è scesa a 1.261 TWh, il livello più basso registrato dal 2008 per gli attuali Stati membri; inferiore anche al minimo pandemico del 2020 di 1.271 TWh.
La crescita delle energie rinnovabili
Il fotovoltaico e l’eolico in aumento
Se la produzione di energia fossile sta attraversando un periodo difficile, quella rinnovabile sta vivendo un periodo di grande attività. La produzione di energia solare è aumentata del 13% nella prima metà dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2022. Nello stesso periodo, la produzione di energia eolica è aumentata del 5%, mentre l’energia idroelettrica ha recuperato il terreno perso l’anno scorso con un aumento dell’11%. Da gennaio a giugno, 17 paesi hanno generato quote record di energia da fonti rinnovabili, con la Grecia e la Romania che hanno superato per la prima volta il 50% e la Danimarca e il Portogallo che hanno entrambi superato il 75%.
Il nucleare in calo
La produzione di energia nucleare è diminuita del 3,6%, in gran parte a causa della chiusura graduale dei reattori tedeschi, della chiusura del Tihange 2 belga, delle interruzioni in Svezia e della minore produzione della flotta francese. Secondo gli esperti di Ember, dovrebbe riprendersi nel corso dell’anno, quando la “capacità atomica” della Francia tornerà (quasi) a pieno ritmo. Tuttavia, come per la produzione idroelettrica, le prospettive per il nucleare nei prossimi anni presentano diverse incertezze.
I prezzi energetici in Europa
Per quanto riguarda il gas, la media dei prezzi dell’UE (44 €/MWh) nei primi sei mesi appare ormai lontana dai picchi del 2022 (97 €/MWh) sebbene si mantenga sopra a quelli pre-crisi (22 €/MWh). “Si prevede che il gas rimanga almeno a questo livello per il resto dell’anno in base ai prezzi a termine”, scrive Ember. “Il recente aumento dei prezzi europei dovuto alla minaccia di una riduzione delle forniture di GNL dall’Australia ricorda anche che permangono i rischi di impennate dei prezzi, che aumenteranno con l’avvicinarsi dell’inverno e della stagione di riscaldamento.” I prezzi del carbone mostrano una storia simile per i primi sei mesi di quest’anno, mentre lato elettricità, a causa del sistema di fissazione dei prezzi, i valori rimangono elevati, con una media di 107 €/MWh da gennaio a giugno 2023. Il doppio del prezzo del primo semestre 2021 (55 €/MWh).