La verità sulla sostenibilità dell’acqua in brick
È sempre più comune vedere l’acqua in brick su treni, aerei o durante grandi eventi. Molti ritengono che questi contenitori, spesso associati al cartone, siano più ecologici rispetto alle tradizionali bottiglie di plastica. Ma è davvero così? Questo articolo si propone di fare chiarezza su questo argomento.
Il mito dell’acqua in brick come alternativa sostenibile
Nonostante l’idea dell’acqua in brick come alternativa ecologica alla plastica sia allettante, la realtà è un po’ diversa. Questa convinzione si è diffusa quando il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha promosso l’iniziativa “L’acqua del sindaco”, distribuendo l’acqua dell’acquedotto cittadino in brick, presentati come “ecologici e sostenibili”, grazie a un investimento di oltre 1 milione di euro. L’acqua in brick era destinata alla protezione civile, per essere distribuita in caso di guasti alla rete idrica, ma anche per gli uffici comunali e per i grandi eventi.
La questione della sostenibilità dei brick
Sebbene l’obiettivo di incoraggiare i cittadini a bere l’acqua del rubinetto e a ridurre l’uso della plastica sia lodevole, i brick, nonostante siano efficaci e sicuri per la conservazione a lungo termine di molte bevande, non sono molto più ecologici delle tradizionali bottiglie di plastica. È importante ricordare che qualsiasi oggetto progettato per un solo uso e poi scartato non è sostenibile. Ma vediamo più da vicino come sono fatti i contenitori dell’acqua in brick.
La composizione dei brick
La sostenibilità di un prodotto dipende da vari fattori: la sua composizione, il suo LCA (Life Cycle Assessment) e le sue prestazioni ambientali. Al momento non esistono studi specifici che confrontino i brick e le tradizionali bottiglie di plastica per determinare quale materiale sia più impattante. Tuttavia, sappiamo con certezza che i brick disponibili sul mercato non sono fatti di “cartone”, come si crede erroneamente, poiché il cartone si scioglierebbe a contatto con l’acqua.
La realtà dei materiali dei brick
Questi contenitori sono fatti di un poliaccoppiato (noto anche come tetrapak), che combina uno strato principale di cartone con uno strato di polietilene (la plastica più comune) e uno di alluminio. A causa della loro composizione, le modalità di smaltimento per il riciclo variano a seconda del comune di residenza.
Perché i brick non sono più ecologici della plastica
Uno studio del 2020 che analizzava l’impatto del tetrapak in otto diverse categorie ha rilevato che questo materiale ha un impatto minore sul riscaldamento globale. Tuttavia, questo non significa che sia sostenibile in tutti gli aspetti. Infatti, sebbene i singoli materiali che compongono i brick siano meno impattanti della plastica, la loro natura composita può complicare i processi di smaltimento e riciclo, poiché i diversi materiali devono essere separati, richiedendo il doppio dello sforzo rispetto al Pet, utilizzato per le tradizionali bottiglie.
La vera soluzione per la sostenibilità
Un altro aspetto fondamentale da considerare è che il vero cambiamento non avviene sostituendo un contenitore inquinante, come quello in plastica, con un altro in tetrapak, come l’acqua in brick. La soluzione più sostenibile per l’ambiente è riutilizzare le risorse che abbiamo già a disposizione, invece di produrne di nuove che si aggiungono a quelle già esistenti da gestire e smaltire. Dobbiamo abbandonare l’idea del monouso, optando per oggetti che possano essere riutilizzati all’infinito.