Il litorale casertano è attualmente teatro di una situazione inaccettabile, con la morte di numerose tartarughe marine, molto probabilmente a causa di pescatori illegali. Questo fenomeno ha suscitato la rabbia delle associazioni ambientaliste, che hanno denunciato la situazione per far luce su un problema allarmante: in soli quindici giorni, ben ventuno esemplari di queste splendide creature sono stati ritrovati senza vita lungo la costa, generando preoccupazione per la sopravvivenza dell’intera specie.
La triste situazione si concentra principalmente nella zona che va da Licola a Mondragone, un tratto di litorale lungo 35 chilometri. La maggior parte dei ritrovamenti si è verificata alla foce dei Regi Lagni. Molte delle tartarughe trovate morte sono femmine adulte in età riproduttiva, che si recano in questa zona per deporre le uova ma finiscono per perdere la vita in mare, venendo poi recuperate dai bagnanti.
La situazione è già complicata a causa della presenza di plastiche galleggianti e delle attività di diportismo selvaggio nel vicino golfo di Napoli, che spesso causano ferimenti agli animali marini che vengono poi portati al Turtle Point di Portici.
Secondo Francesco Emilio Borrelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, sono state segnalate almeno una trentina di tartarughe morte o in fin di vita dai bagnanti. Gli esperti hanno rilevato che quattordici di questi esemplari avevano circa 20 anni di vita e stavano per nidificare sulla costa, il che indica che godevano di ottima salute, considerando che è molto raro che questi animali raggiungano tale età. L’assenza di un porto a Castel Volturno esclude la possibilità di impatti con imbarcazioni come causa di queste morti.
Le ragioni di questa tragedia sembrano essere legate alla presenza di reti che impediscono alle tartarughe di risalire in superficie ogni 40 minuti per respirare. Inoltre, c’è il rischio che vengano trascinate dalle reti poste illegalmente entro tre miglia dalla costa. Il rapido ritorno in superficie impedisce agli animali di compensare e, di conseguenza, muoiono per embolia.
Le associazioni ambientaliste chiedono un maggiore impegno da parte della guardia costiera lungo la costa, poiché un solo gommone della capitaneria non è sufficiente a dissuadere la pesca illegale in un’area così vasta.
Questa triste situazione sottolinea l’importanza di una maggiore consapevolezza e di azioni concrete per proteggere le tartarughe marine e il loro habitat. Non basta solo l’impegno degli esperti e dei volontari che lavorano per tutelare i numerosi nidi (già 43 in Campania, e la stagione non è ancora terminata) presenti sulle spiagge dell’area.
Quest’anno, in Italia, è stato raggiunto un nuovo record con il ritrovamento e il recupero di ben 293 nidi di Caretta caretta lungo le spiagge. Questo dimostra che, se adeguatamente protette e valorizzate, queste meravigliose creature possono ancora sperare in un futuro sostenibile.