La crisi umanitaria in Niger si aggrava
La situazione politica instabile e la violenza armata
Mentre alcuni paesi della Communauté économique des États de l’Afrique de l’Ouest (Cedao/Ecowas), con il sostegno della Francia, stanno pianificando un intervento militare contro la giunta militare che ha usurpato il potere in Niger, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) esprime profonda preoccupazione per il rapido peggioramento delle condizioni umanitarie nel paese. Secondo l’UNHCR, la crisi politica in corso, senza una soluzione chiara all’orizzonte, sta creando un clima di incertezza e ansia. Il paese è continuamente sotto attacco da gruppi armati non statali, in particolare nelle zone di confine con il Mali e il Burkina Faso. Questa situazione ha portato a oltre 20.000 nuovi sfollati interni nell’ultimo mese, aumentando i rischi per i rifugiati, i richiedenti asilo e le comunità che li accolgono.
Le sanzioni economiche e l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari
Le sanzioni imposte al Niger dalla Cedeo/Ecowas sono entrate in vigore durante il periodo di transizione tra le stagioni agricole, prima dell’inizio della stagione delle piogge. L’UNHCR segnala che i prezzi dei prodotti alimentari e delle materie prime, già in aumento prima della crisi, sono ulteriormente cresciuti a seguito dell’introduzione delle sanzioni. La chiusura dei confini con i paesi della Cedeo renderà il cibo e altri beni ancora più scarsi. Questi fattori, uniti all’atteso aumento delle agitazioni da parte di gruppi armati non statali e alle forti piogge in corso, hanno aggravato le già critiche condizioni umanitarie delle popolazioni vulnerabili, in particolare gli sfollati interni, i rifugiati, i richiedenti asilo e le comunità ospitanti.
Il Niger, un rifugio per oltre 700.000 sfollati forzati
Le tensioni socioeconomiche e l’aumento dei rischi legati alla protezione
Attualmente, il Niger ospita oltre 700.000 sfollati forzati: 350.000 rifugiati e richiedenti asilo e 350.000 sfollati interni. L’UNHCR sottolinea che le tensioni socioeconomiche, tra cui l’aumento dell’inflazione e la mancanza di risorse e servizi, sono state esacerbate dalle recenti restrizioni ai movimenti, mettendo ulteriormente sotto pressione una popolazione già vulnerabile. Inoltre, l’aumento del costo della vita e l’insicurezza hanno incrementato i rischi legati alla protezione, tra cui matrimoni precoci, violenza sessuale, tratta e sfruttamento. Solo a luglio, l’UNHCR ha registrato 255 episodi di violazione della protezione, tra cui rapimenti, violenza di genere e violenza domestica.
La crisi complessa del Sahel e l’importanza del sostegno internazionale
Il Sahel sta attraversando una crisi complessa caratterizzata da conflitti, tensioni intercomunitarie, shock climatici e insicurezza. Il Niger è da tempo un punto di riferimento per i richiedenti asilo e un crocevia di flussi migratori misti, offrendo rifugio ai rifugiati provenienti dai paesi vicini. Di fronte alla crisi politica, alle relative incertezze e al potenziale aumento della violenza intercomunitaria, l’UNHCR ha aggiornato i piani di emergenza e adattato il proprio livello di preparazione. Nonostante le difficoltà, l’UNHCR e i suoi partner continuano a operare in tutto il paese, fornendo servizi e aiuti vitali, tra cui cibo, alloggio, assistenza sanitaria, collegamenti con la comunità e istruzione. Tuttavia, l’UNHCR sottolinea che ha ricevuto solo il 39% dei 135,7 milioni di dollari necessari quest’anno per sostenere le attività umanitarie e prevede che il fabbisogno di finanziamenti aumenterà se la crisi dovesse aggravarsi nei prossimi mesi.