Il lago di Van in Turchia: un gigante che si prosciuga
Un tempo era il più grande specchio d’acqua della Turchia, ma oggi il lago di Van sta subendo un drammatico prosciugamento. Questo fenomeno sta causando la morte di numerosi uccelli e mettendo a rischio l’agricoltura locale.
Il declino del lago di Van
Un cambiamento drastico
Il lago di Van, il più grande della Turchia, sta attraversando un periodo di sofferenza. Negli ultimi anni, il lago si è ritirato di quattro chilometri e la situazione sembra destinata a peggiorare. Ibrahim Koc, un pastore locale, ricorda come un tempo l’area fosse rigogliosa di vegetazione. Oggi, invece, è un campo arido, segnato solo da qualche arbusto solitario che indica i punti in cui il lago si è ritirato a causa del riscaldamento globale e della siccità. Le montagne circostanti hanno perso le loro calotte di ghiaccio e le riserve d’acqua si sono prosciugate, lasciando gli animali senza fonti di acqua.
Un futuro incerto
La superficie del lago di Van si è ridotta di circa l’1,5% e gran parte del Paese sta soffrendo di una siccità prolungata. Le coste che si riducono espongono i letti dei laghi, che inquinano l’aria con una polvere salata. Gli scienziati temono che la situazione possa solo peggiorare. Faruk Alaeddinoglu, professore dell’Università Van Yuzuncu Yil, ha dichiarato: “Penso che questi siano i nostri giorni migliori. Nei prossimi anni assisteremo a una continua riduzione del lago”.
Le conseguenze del prosciugamento
Impatto sulla fauna e sull’agricoltura
Nel quartiere di Celebibagi, sulla sponda settentrionale del lago, le acque si sono ritirate di circa quattro chilometri. Una lunga passeggiata lungo il letto esposto del lago è disseminata di ossa di uccelli morti, cespugli scoscesi e terra secca ricoperta di sodio e altri minerali. Questi luoghi, un tempo sommersi dalle acque del lago, ora non ospitano più alcuna forma di vita. Il problema è diventato così grave che i funzionari locali stanno invitando gli agricoltori a non coltivare colture che richiedono troppa acqua. Se la situazione dovesse persistere, potrebbero essere costretti ad abbandonare l’agricoltura, vanificando anni di lavoro.
Inquinamento e morte della fauna
La perdita d’acqua espone anche all’inquinamento, secondo Orhan Deniz, professore dell’Università Yuzuncu Yil, il cui campus si trova sulla riva del lago. “Grandi chiazze di melma mista a fango emanano un cattivo odore e rendono più evidente l’inquinamento. Negli anni ’90, facevamo il bagno durante la pausa pranzo e poi tornavamo all’università. Ora non è più possibile entrare in acqua, per non parlare di nuotare”, ha affermato. Inoltre, gli esperti sostengono che le triglie perlifere, che costituiscono la base della dieta dei gabbiani, sono migrate presto quest’anno a causa della siccità. Privati del cibo, i gabbiani sono morti di fame, creando una strage senza fine.