Una tragedia silenziosa: oltre 40 migranti annegati nel Mediterraneo
Una tragedia si è nuovamente consumata nelle acque del Mediterraneo, a pochi chilometri dalle nostre coste. Oltre 40 migranti, tra cui tre bambini, hanno perso la vita in mare, vittime di un viaggio disperato alla ricerca di un futuro migliore. Il loro grido di aiuto è rimasto inascoltato, soffocato dal rumore di notizie di minore importanza che dominano i media.
Il viaggio della speranza si trasforma in un incubo
La partenza dalla Tunisia
Il loro viaggio è iniziato in Tunisia, a bordo di un piccolo barchino, in condizioni meteo avverse. Spinti dalla disperazione e dalla speranza di un futuro migliore, si sono avventurati in mare, solo per incontrare la morte nelle acque del Mediterraneo.
Il naufragio nel Canale di Sicilia
La loro imbarcazione di metallo, lunga appena 7 metri, è affondata nel Canale di Sicilia, capovolta dalle onde scatenate dal maltempo. Dei 45 migranti a bordo, solo quattro sono riusciti a sopravvivere. A bordo c’erano solo 15 salvagente per 45 persone, insufficienti a fronteggiare la tragedia.
Le indagini e le responsabilità
Il salvataggio e le testimonianze dei sopravvissuti
I quattro sopravvissuti, tre uomini e una donna provenienti dalla Costa d’Avorio e dalla Guinea, sono stati recuperati dalla motonave Rimona, sotto bandiera maltese. Attualmente si trovano nell’hotspot di Lampedusa, che ospita 1500 persone. Nei prossimi giorni, saranno ascoltati dalla Squadra Mobile della Questura di Agrigento, con l’aiuto di interpreti e mediatori culturali.
Le indagini e le responsabilità
Il procuratore di Agrigento ha aperto un’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte quale conseguenza di altro reato. Le testimonianze dei sopravvissuti saranno fondamentali per fare luce sulla tragedia. Intanto, emerge che l’imbarcazione era senza motore fuori bordo e che i sopravvissuti si sono aggrappati a camere d’aria inutilizzate per raggiungere una barca vuota.
Questa tragedia ricalca lo stesso copione di tanti altri naufragi nel Mediterraneo. Le richieste di soccorso lanciate dalle ONG che si occupano di salvataggio dei migranti sono state ignorate. Le autorità europee hanno abbandonato al loro destino decine di barche, nonostante le previsioni meteo avverse. A causa di questa inazione, il numero di morti e dispersi nel Mediterraneo è salito a 2.063 solo quest’anno, come riportato da Sea Watch International.
La tragedia di Lampedusa è stata riportata dalle principali testate giornalistiche, ma è destinata a scomparire tra le pieghe di notizie di cronaca e sport. Eppure, il Mediterraneo, lo stesso mare in cui ci immergiamo per i nostri bagni estivi, è diventato un cimitero per famiglie e bambini che sognano un futuro migliore. La loro vita è stata spezzata due volte: la prima dal mare, la seconda dalla nostra indifferenza.