Emergenza granchio blu nel Polesine: Coldiretti chiede lo stato di emergenza e indennizzi per i pescatori e gli acquacoltori
Il granchio blu continua a rappresentare una minaccia per le attività dei pescatori e degli acquacoltori anche nel 2023, mettendo a rischio non solo le loro attività, ma anche le specie locali. La gravità della situazione ha portato Coldiretti a richiedere al Masaf, il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, lo stato di emergenza e indennizzi per i lavoratori del settore.
Coldiretti ha lanciato l’allarme riguardo ai danni ingenti causati dalla presenza del granchio blu e ha chiesto misure urgenti per sostenere la categoria della pesca e dell’acquacoltura, settori di fondamentale importanza per il Polesine, una regione storico-geografica situata a sud del Veneto.
Secondo l’associazione, le perdite di prodotto coinvolgono sia le nursery, ovvero le zone di semina, che le aree di prodotto maturo di vongole veraci e cozze. La situazione è particolarmente preoccupante perché questo crostaceo sta devastando le aree di produzione di vongole e cozze nel Delta del Po, una zona di pesca e molluschicoltura di grande rilevanza. Alessandro Faccioli, Responsabile Coldiretti ImpresaPesca Veneto, ha spiegato che gli operatori del settore rischiano di perdere l’intero raccolto a causa della diffusione di questa specie aliena, che si sta espandendo in diverse zone, da Rosolina a Porto Tolle nel rodigino, da Goro nel ferrarese fino alla Sacca Toro a Chioggia, dove la situazione è particolarmente grave.
La situazione richiede un’attenta valutazione dell’impatto sulle specie ittiche, coinvolgendo la ricerca e gli istituti scientifici presenti in Italia. Purtroppo, le previsioni non sono positive, poiché, secondo Faccioli, l’area lagunare sta subendo un grave stress ambientale.
Il granchio blu rappresenta una minaccia che affligge il nostro Paese da oltre 10 anni, sebbene i primi avvistamenti risalgano al 1947. Già nel 2021, l’Ispra ha pubblicato un opuscolo in collaborazione con diversi enti per approfondire il comportamento di questa specie. Come già accennato, il granchio blu è originario delle coste Atlantiche dell’America ed è considerato una specie alloctona o “aliena” nel nostro territorio. Questi animali vengono pescati e consumati in grandi quantità, soprattutto negli Stati Uniti e in Messico. Pertanto, numerosi esperti hanno suggerito di fare lo stesso nel Mar Mediterraneo, al fine di evitare che questa specie metta a rischio le specie autoctone. In effetti, l’opuscolo pubblicato dall’ISPRA stesso suggerisce di mangiare questi esemplari, sottolineando che uno degli aspetti positivi è rappresentato dal fatto che il granchio blu ha una carne molto apprezzata e può costituire una nuova risorsa di elevato valore commerciale. Per contrastare la sua espansione e la possibile predazione su mitili e ostriche, una delle soluzioni proposte è quella di pescarlo e consumarlo.
In conclusione, la presenza del granchio blu rappresenta una grave minaccia per le attività dei pescatori e degli acquacoltori nel Polesine. Coldiretti ha richiesto lo stato di emergenza e indennizzi per sostenere questa categoria lavorativa. È fondamentale valutare l’impatto sulle specie ittiche e adottare misure adeguate per contrastare la diffusione di questa specie aliena. Mangiare il granchio blu potrebbe rappresentare una soluzione per limitarne l’espansione e sfruttarne le potenzialità commerciali. È necessario agire con urgenza per proteggere le attività dei pescatori e gli ecosistemi locali.