Una nuova speranza per la biodiversità marina: alberi sommersi per creare barriere coralline artificiali
La scoperta rivoluzionaria degli scienziati
Alberi sommersi come barriere coralline artificiali
Una recente scoperta scientifica potrebbe rappresentare una svolta per la salvaguardia della biodiversità marina. Gli scienziati hanno infatti rilevato che gli alberi sommersi possono essere trasformati in barriere coralline artificiali. Queste strutture fungono da habitat per pesci e altri organismi marini, contribuendo così a ristabilire la biodiversità negli ecosistemi marini danneggiati.
Il ruolo vitale delle barriere coralline
Le barriere coralline sono fondamentali per la sostenibilità della vita marina. Si stima che queste strutture ospitino circa il 25% di tutte le forme di vita negli oceani, offrendo rifugio, nutrimento e luoghi di riproduzione per un’ampia varietà di specie marine. Tuttavia, dal 1950, più della metà delle barriere coralline naturali è stata distrutta a causa dei cambiamenti climatici, con gravi ripercussioni sulla biodiversità marina. Gli esperti avvertono che, se non si interviene per fermare questa perdita, oltre un milione di specie in tutto il mondo potrebbero essere a rischio di estinzione.
Un esperimento innovativo nel Mare dei Wadden
La creazione di barriere artificiali
Per affrontare questa sfida, gli scienziati hanno sviluppato metodi innovativi per ripristinare le comunità marine. L’ultima di queste tecniche consiste nel creare barriere coralline artificiali immergendo alberi nel Mare dei Wadden, un’area che si estende da Den Helder nei Paesi Bassi a Esbjerg in Danimarca. Un team di ricercatori ha costruito diverse strutture piramidali utilizzando alberi abbattuti, che sono state poi posizionate sul fondo marino e monitorate per oltre sei mesi.
Il successo dell’esperimento
I risultati dell’esperimento sono stati molto promettenti. Le barriere di alberi hanno iniziato a ospitare alghe e diversi organismi, come i cirripedi, che sono specie marine stazionarie e solitamente ancorate a una superficie. Inoltre, le aree con le barriere di alberi ospitavano un numero di specie di pesci tre volte superiore rispetto alle zone di controllo prive di tali barriere. Questi risultati suggeriscono che l’utilizzo di barriere coralline realizzate con alberi potrebbe essere un modo efficace per ripristinare alcuni habitat marini.
La sfida ora è estendere quest’esperimento a luoghi con acque più limpide, per osservare direttamente come queste barriere offrono un habitat per pesci e altri organismi. È interessante notare che già nel 2017 un altro gruppo di ricercatori tedeschi aveva ottenuto risultati simili studiando gli organismi che colonizzavano i tronchi d’albero affondati nelle profondità marine. Hanno scoperto che diverse specie, a seconda del luogo, erano attratte dal legno affondato.