La situazione dei laghi e dei fiumi in Italia è molto preoccupante, soprattutto nel Nord del Paese. Secondo il report settimanale dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, il Lago Maggiore rischia di trasformarsi in una piccola pozza d’acqua a causa dei cambiamenti climatici. Questo fenomeno è evidente anche in altre regioni, dove il livello dei fiumi e dei laghi è influenzato dagli effetti dell’instabilità climatica.
Nella regione della Liguria, ad esempio, la disponibilità d’acqua è confortante, con tutti i fiumi al di sopra della media, ad eccezione dell’Entella. Tuttavia, nella zona della Lunigiana confinante si registra una situazione di siccità critica con l’esaurimento del bacino della Marana. In Toscana, ad esclusione della Marana e del fiume Serchio, la situazione è buona, con fiumi come l’Arno, l’Ombrone e il Sieve che si trovano in buone condizioni.
In Lombardia, i Grandi Laghi seguono lo stesso schema. Il Lago di Garda e il Lago d’Iseo sono sopra la media in termini di riempimento, mentre il Lago di Como e soprattutto il Lago Maggiore sono notevolmente al di sotto, con quest’ultimo addirittura al 17,3% della sua capacità di riempimento. Complessivamente, le riserve idriche della Lombardia sono diminuite del 21,2% rispetto alla media storica, ma mostrano un aumento del 133,52% rispetto all’anno precedente.
Il Presidente dell’ANBI, Francesco Vincenzi, ha evidenziato che l’andamento pluviometrico attuale rende difficile il ricaricamento delle falde acquifere. Questo è dovuto all’eccessiva violenza degli eventi atmosferici che limitano l’assorbimento da parte del terreno. Per arginare questo problema, potrebbe essere utile creare aree come laghetti, invasi o casse di espansione per trattenere e rilasciare gradualmente l’acqua, facilitando l’infiltrazione nel suolo e prevenendo eventuali ondate di piena.
La situazione lungo il fiume Po è particolarmente preoccupante. Nonostante sia stato definito un periodo di ”severità idrica bassa con precipitazioni”, il fiume Po presenta una condizione idrica inferiore alla media nel tratto piemontese, peggiore rispetto all’anno precedente. Anche in Piemonte, tutti i fiumi, tranne la Varaita, sono al di sotto della media. Il fiume Toce è praticamente dimezzato, mentre il Tanaro è al 20% rispetto alla sua portata storica. Anche nella Valle d’Aosta, la Dora Baltea sta registrando una progressiva diminuzione del flusso, insieme al torrente Lys.
Nel Veneto, la situazione dei fiumi principali è in linea con gli anni precedenti al 2022, mentre in Emilia Romagna la maggior parte dei corsi d’acqua mostra un flusso inferiore alla media, ad eccezione dell’Enza. Nei bacini piacentini, la capacità di trattenere l’acqua è scesa a soli 4,57 milioni di metri cubi, rispetto alla capacità totale di 21,5 milioni di metri cubi, con l’invaso di Molato praticamente vuoto.
Nel Centro-Sud, la situazione è leggermente migliore, ma i campanelli di allarme non vanno sottovalutati. Nelle Marche, la situazione delle risorse idriche è ancora positiva, con il fiume Sentino che ha raggiunto il livello più alto degli ultimi cinque anni. In Umbria, le piogge hanno contribuito a riempire l’invaso del Maroggia, che è tornato ai livelli del 2021. Tuttavia, il lago Trasimeno rimane al di sotto della soglia critica. Nel Lazio, si registra una diminuzione dei livelli dei laghi di Bracciano e Nemi, mentre i fiumi Aniene, Fiora e Liri mostrano flussi buoni, ma quelli del Tevere e del Sacco sono insufficienti. In Campania, la situazione dei fiumi è buona, con il fiume Sele che ha raggiunto un livello record dal 2019.
Nelle regioni di Basilicata e Puglia, le riserve idriche stanno diminuendo a causa delle necessità irrigue, ma restano al di sopra della soglia critica. In Lucania, la diminuzione è di circa 16 milioni di metri cubi, mentre nel Tavoliere la disponibilità d’acqua scende di oltre 19 milioni di metri cubi. In ogni caso, rimane ancora invasato un quantitativo di circa 233 milioni di metri cubi, superiore rispetto al 2022.
Tutti questi dati evidenziano la necessità di non sottovalutare i segnali di difficoltà che si stanno registrando in diverse parti del Paese. È fondamentale intervenire preventivamente per evitare rischi già visti in passato, favoriti dall’estremizzazione degli eventi meteo.