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Nel territorio alpino, tra Francia e Italia, un gruppo di volontari ha portato a termine un’impresa ardua: la rimozione di ben 5 tonnellate di filo spinato utilizzato per difendere i confini durante la Seconda guerra mondiale. Questa operazione, sebbene complessa, non si è ancora conclusa, poiché sono previsti ulteriori progetti per continuare la missione.
L’associazione Mountain Wilderness ha riunito 40 volontari provenienti da diverse regioni di Francia e Italia nella Vallée Étroite. Con un sorriso sulle labbra e un obiettivo comune, si sono diretti verso l’area montana, raggiungendo il Col de l’Échelle, un valico alpino che un tempo apparteneva all’Italia.
Durante questa esperienza, alcuni volontari hanno deciso di partecipare insieme ai loro partner, altri con un membro della famiglia e altri ancora hanno trovato nuove amicizie grazie a questa iniziativa. Una volta arrivati a destinazione, i volontari hanno esplorato il territorio, che conserva ancora le testimonianze belliche del passato, come fortificazioni difensive, casematte e, naturalmente, filo spinato.
L’obiettivo principale era seguire il percorso del filo spinato, spesso nascosto dalla rigogliosa vegetazione, tagliarlo in pezzi e raggrupparlo in fasci per facilitarne il trasporto e lo smaltimento nei punti di raccolta. Questo materiale non solo è diventato inutile, ma rappresenta anche un serio pericolo per le persone e gli animali.
I volontari sono stati suddivisi in gruppi e un’area informativa è stata allestita per spiegare agli escursionisti l’operazione in corso. Il lavoro svolto è stato enorme e il primo contenitore nella zona è stato completamente riempito e consegnato a un centro di rottamazione locale, che si occuperà di fondere il materiale e dargli una nuova utilità.
Nonostante le 5 tonnellate di filo spinato rimosse, c’è ancora molto lavoro da fare. Mountain Wilderness sta già pensando di organizzare nuovamente la campagna l’anno prossimo, poiché al Col de l’Échelle il filo spinato non è ancora stato completamente rimosso.
Questo progetto, che si è svolto nelle Hautes-Alpes, ha ricevuto l’apprezzamento non solo delle autorità locali, ma anche di altre organizzazioni per il suo significato simbolico profondo. La missione mira idealmente a superare ogni confine fisico e a scrivere una nuova storia per i paesaggi alpini.