Una bioplastica riciclabile all’infinito è diventata una realtà grazie a un gruppo di ricercatori del Lawrence Berkeley National Laboratory. In uno studio pubblicato su Nature, i ricercatori hanno scoperto che i batteri possono creare alternative biologiche agli ingredienti utilizzati nella produzione della plastica. Questa bioplastica, chiamata poli-diketoenamina (PDK), può essere ripetutamente scomposta nei suoi blocchi costitutivi e plasmata in nuovi prodotti senza perdita di qualità.
A differenza della plastica tradizionale, il PDK viene creato utilizzando monomeri derivati dal petrolio. Tuttavia, i ricercatori sono riusciti a ricreare questi ingredienti utilizzando l’attività dei batteri. Dopo quattro anni di lavoro, gli scienziati sono riusciti a manipolare il batterio E. coli in laboratorio per trasformare gli zuccheri delle piante. Utilizzando il lattone dell’acido triacetico (bioTAL), hanno prodotto un PDK con circa l’80% di contenuto biologico.
Il PDK può essere utilizzato in una varietà di prodotti, come adesivi, cavi per computer, cinturini per orologi, materiali da costruzione e materiali termoindurenti. Inoltre, le performance di questa bioplastica riciclabile sono migliori di quelle della plastica fossile. I ricercatori hanno scoperto che incorporando il bioTAL nel materiale, l’intervallo di temperatura di lavoro si allargava fino a 60 gradi. Questo apre la strada all’utilizzo del PDK in prodotti che richiedono temperature di lavoro specifiche, come articoli sportivi e parti di auto.
Secondo Brett Helms, lo scienziato che ha guidato il progetto, questa è la prima volta che dei bioprodotti sono stati integrati per creare un PDK prevalentemente a base biologica. Inoltre, è la prima volta che si dimostra un vantaggio del metodo biologico rispetto all’utilizzo di prodotti petrolchimici, sia in termini di proprietà del materiale che di costo di produzione su larga scala.
In conclusione, la scoperta di questa bioplastica riciclabile all’infinito rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro l’inquinamento plastico. Grazie all’utilizzo dei batteri, è possibile creare una plastica che può essere ripetutamente riciclata senza perdere qualità. Questo potrebbe contribuire a ridurre la dipendenza dalla plastica tradizionale derivata dal petrolio e a promuovere l’adozione di alternative più sostenibili.