Il G20 Ambiente di Chennai, tenutosi di recente in India, si è concluso senza un comunicato finale congiunto. Questo significa che non è stato raggiunto un accordo su nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni, né su altri punti cruciali come il budget di carbonio e le emissioni storiche. Questa situazione ricorda quanto accaduto pochi giorni prima al G20 Energia di Goa.
L’unico punto su cui i membri del G20 sembrano essere d’accordo è che gli sforzi di mitigazione attuali sono ancora insufficienti. I paesi occidentali, con l’Unione Europea in testa, hanno proposto di includere nel comunicato finale del G20 Ambiente un obiettivo di riduzione delle emissioni del 60% entro il 2035 rispetto ai livelli del 2019, nonché il raggiungimento del picco delle emissioni di carbonio entro il 2025. Questi obiettivi sono in linea con le evidenze presentate nell’ultimo rapporto dell’IPCC. Tuttavia, tali proposte sono state respinte dai paesi in via di sviluppo e/o non occidentali, tra cui Arabia Saudita e Cina.
Di conseguenza, tutti gli altri temi legati alle emissioni sono rimasti irrisolti. Il comunicato della presidenza del G20 Ambiente si limita a menzionarli senza fornire le rispettive posizioni dei paesi. Ad esempio, si fa riferimento alla discussione sulle lacune negli scenari e nei modelli climatici, sull’esaurimento dei bilanci del carbonio e sulle emissioni storiche, attuali e previste. Si sottolinea anche la necessità di adottare azioni per ridurre le emissioni di gas serra diverse dalla CO2, come il metano, entro il 2030.
La mancanza di un accordo condiviso al G20 Ambiente è stata oggetto di critiche da parte di esperti e attivisti. Alex Scott di E3G accusa i ministri del clima del G20 di non essere riusciti a concordare una direzione comune per affrontare la crisi climatica, nonostante l’Europa e il Nord Africa siano colpiti dagli incendi e l’Asia sia devastata dalle inondazioni. Scott sostiene che i rumors secondo cui Arabia Saudita e Cina hanno ostacolato le discussioni sulle nuove direzioni per la transizione energetica vanno contro le loro dichiarazioni di difendere gli interessi dei paesi in via di sviluppo.
Dopo il fallimento del G20 Energia e le difficoltà riscontrate nel vertice preparatorio di Bonn a giugno, le prospettive di ottenere risultati concreti alla Cop28 di Dubai sembrano essere molto scarse.
In conclusione, il G20 Ambiente di Chennai si è concluso senza un comunicato finale congiunto, a causa dell’assenza di un accordo su nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni e su altri temi cruciali. Questa mancanza di consenso rappresenta una sfida per affrontare la crisi climatica e mette in dubbio la possibilità di ottenere risultati significativi alla Cop28 di Dubai.