L’Italia è al centro di un laboratorio climatico, con il Mediterraneo che si sta riscaldando di oltre 5 gradi rispetto alla norma. Questa situazione ha portato a una serie di dichiarazioni di stato d’emergenza per eventi ambientali, che purtroppo coprono solo il 10% dei danni subiti dalla popolazione. Tuttavia, il presidente dell’ANBI, Francesco Vincenzi, ha espresso fiducia nella Premier Giorgia Meloni e nel suo impegno nel definire un piano nazionale di prevenzione idrogeologica. L’ANBI è pronta a collaborare per affrontare la crisi climatica sempre più minacciosa.
Il direttore generale dell’ANBI, Massimo Gargano, ha commentato i dati del report settimanale dell’Osservatorio sulle Risorse Idriche, sottolineando la necessità di superare la politica delle mere affermazioni di principio e di adottare misure concrete. I Piani Invasi e per l’Efficientamento della Rete Idraulica dell’ANBI sono a disposizione del Paese per affrontare la crisi climatica. Gargano ha sottolineato l’importanza di un piano nazionale di manutenzione straordinaria del territorio, di nuove infrastrutture come quelle previste dal Piano Laghetti e di un’accelerazione sull’innovazione, che è nel DNA dei Consorzi di bonifica e del Paese.
Secondo il CMCC, il Mediterraneo è diventato un “hotspot” del cambiamento climatico e del riscaldamento globale. La temperatura marina nell’area è di circa 28-30 gradi, ovvero almeno 5 gradi più alta della norma. Questo aumento della temperatura ha portato a eventi sempre più violenti, come l’alluvione delle Marche, il ciclone Poppea, i tre Medicane tra gennaio e marzo 2023, le alluvioni in Emilia Romagna dello scorso maggio e i recenti “downburst” e grandine delle dimensioni di palline da tennis.
Le regioni settentrionali dell’Italia stanno richiedendo lo stato d’emergenza a causa del maltempo, che ha causato danni per decine di milioni di euro e vittime umane. In Lombardia, i venti hanno raggiunto i 108 chilometri all’ora a Milano e sono caduti oltre 60 millimetri di pioggia sulla Brianza in poche ore. In Piemonte, sono state registrate precipitazioni di 35 millimetri d’acqua in un’ora nel novarese. Anche il Veneto è stato colpito da violente grandinate, così come il Friuli Venezia Giulia, l’Emilia Romagna, la Valle d’Aosta, il Trentino Alto Adige e, in misura minore, la Liguria, dove il vento ha causato le maggiori preoccupazioni con raffiche superiori ai 100 chilometri all’ora.
In conclusione, l’Italia si trova al centro di un laboratorio climatico, con il Mediterraneo che si sta riscaldando in modo allarmante. È necessario adottare misure concrete per affrontare la crisi climatica, come un piano nazionale di prevenzione idrogeologica, la manutenzione straordinaria del territorio e nuove infrastrutture. L’ANBI è pronta a collaborare per proteggere il Paese da questa minaccia sempre più grave.