Il 4 luglio 2023 è stato registrato il giorno più caldo di sempre sulla Terra. In un contesto di crisi climatica e di riduzione della disponibilità di acqua, è fondamentale considerare alternative per l’approvvigionamento idrico e migliorare l’efficienza del loro utilizzo. La Community Valore Acqua per l’Italia di The European House – Ambrosetti sta lavorando alla quinta edizione del libro bianco “Valore Acqua per l’Italia” e promuove un approccio integrato che comprende il potenziamento degli invasi, la raccolta delle acque meteoriche, il riutilizzo dell’acqua per scopi irrigui e industriali e la dissalazione dell’acqua marina.
A livello globale, vengono prodotti 108 milioni di metri cubi di acqua dissalata al giorno, mentre in Italia ne vengono prodotti solo 650 mila, corrispondenti al 5,9% della produzione giornaliera europea. Attualmente, in Italia sono presenti 340 impianti di dissalazione dell’acqua marina, di cui oltre il 50% è stato costruito prima del 2000. Questi impianti forniscono acqua principalmente al settore industriale (68,3%), mentre solo una piccola parte viene utilizzata per l’agricoltura e l’uso civile.
Valerio De Molli, Managing Partner e CEO di The European House – Ambrosetti, ha affermato che la dissalazione potrebbe diventare una delle soluzioni per un sistema integrato di approvvigionamento idrico in Italia. Attualmente, il mercato della dissalazione è principalmente sviluppato nel Medio Oriente, che rappresenta il 39% della capacità di dissalazione mondiale, seguito dagli Stati Uniti (18%) e dall’Africa (8%). Il mercato della dissalazione vale attualmente 13,6 miliardi di euro, con quasi 23 mila impianti attivi e una capacità produttiva che aumenta mediamente del 6,8% all’anno. Tuttavia, la dissalazione non può essere l’unica soluzione per affrontare il problema della siccità, ma deve essere considerata insieme ad altre soluzioni a lungo termine.
Un’altra leva importante per contrastare la siccità è la valorizzazione degli invasi e la raccolta delle acque meteoriche. Attualmente, l’Italia recupera solo l’11% dell’acqua piovana, mentre la disponibilità potenziale è di 54 miliardi di metri cubi. Questo avrebbe un impatto significativo sull’agricoltura, l’industria e l’uso civile. Le grandi dighe in Italia hanno un’età media di 58 anni, con punte di 92 anni in Liguria e oltre 80 anni in Valle d’Aosta e Piemonte. Le dighe più recenti si trovano in Puglia e Molise, con un’età media di 41 e 35 anni rispettivamente. Negli ultimi 10 anni, sono state costruite solo 2 dighe di grandi dimensioni.
Un’altra area su cui concentrarsi è il riuso dell’acqua. Rispetto alla gestione pubblica, quella industriale favorisce il riuso delle acque depurate in misura maggiore. Attualmente, ci sono 18.000 impianti di depurazione in Italia, ma solo il 4% delle acque reflue viene destinato al riuso diretto, che è sei volte inferiore alla Spagna e quattro volte inferiore alla Francia.
In conclusione, è necessario adottare un approccio integrato per affrontare la crisi idrica. Questo include il potenziamento degli invasi, la raccolta delle acque meteoriche, la dissalazione dell’acqua marina e il riuso delle acque depurate. È importante agire a lungo termine per garantire una gestione sostenibile delle risorse idriche e affrontare la crisi climatica in corso.