Una guida per la decarbonizzazione del settore marittimo
Il settore marittimo si sta impegnando per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni imposti dall’IMO e dall’iniziativa FuelEU Maritime. Tuttavia, la transizione verso un trasporto marittimo a zero emissioni non è un percorso lineare. È necessario coinvolgere tutti gli attori del settore per creare una strategia realistica, efficiente e sostenibile.
Eni ha organizzato un incontro a Roma lo scorso 11 luglio, che ha riunito armatori, produttori di motori navali, certificatori, rappresentanti della logistica energetica, associazioni di settore e Amministrazione Pubblica. Durante l’incontro è stata presentata una roadmap per la decarbonizzazione del settore marino, frutto del lavoro di oltre 40 esperti del settore. Questo documento analizza il contesto normativo, il mercato navale, l’evoluzione tecnologica dei motori e la disponibilità di vettori energetici a bassa intensità di carbonio.
Attualmente, il settore marittimo è responsabile di oltre 1 miliardo di tonnellate di CO2 equivalente l’anno, il che corrisponde al 2,89% delle emissioni globali annuali di gas a effetto serra. Le nuove normative impongono un impegno preciso per ridurre le emissioni. In Europa, a partire dal 2024, l’industria marittima compenserà economicamente una percentuale crescente delle proprie emissioni attraverso il sistema ETS, fino a coprire il 100% delle emissioni entro il 2026. Inoltre, l’iniziativa FuelEU Maritime prevede una riduzione graduale dell’intensità dei gas serra per le imbarcazioni con una stazza superiore alle 5.000 tonnellate, che arriverà almeno all’80% entro il 2050.
Tuttavia, le pressioni per la decarbonizzazione del settore marittimo non provengono solo dall’Europa, ma anche dal contesto globale. L’IMO ha pubblicato una strategia di riduzione delle emissioni navali che prevede la neutralità di carbonio “nel o attorno al 2050”. Questa strategia include anche obiettivi intermedi, come una riduzione del 20%-30% delle emissioni entro il 2030 e del 70-80% entro il 2040.
La decarbonizzazione del settore marittimo rappresenta una sfida a causa della dimensione della flotta mondiale e dell’età media delle navi. Attualmente, il 99% dei mezzi è alimentato da combustibili fossili come l’HFO, il MGO, il VLSFO e il GNL. Tuttavia, si stanno sperimentando nuovi vettori energetici biogenici e sintetici, e la domanda di motori dual fuel a GNL sta aumentando.
Eni ha deciso di coinvolgere tutti gli attori del settore per creare una strategia condivisa. L’obiettivo è costruire un processo di transizione energetica che sia sostenibile non solo per il clima, ma anche per la società e le infrastrutture. Durante l’incontro, sono stati presentati i risultati di tre mesi di lavoro da parte di esperti di Eni, Confitarma e Assarmatori, Wärtsilä, WinGD, MAN Energy Solutions, Unem, Federchimica/Assogasliquidi, Assocostieri e RINA.
Lo studio ha preso in considerazione la flotta navale attuale e futura, le tecnologie propulsive, i vettori energetici disponibili, le relative esigenze infrastrutturali e il costo delle emissioni. Sono state identificate diverse opzioni per la decarbonizzazione del settore marittimo, come gli HVO, i biocarburanti FAME, il GNL, il metanolo, l’ammoniaca, l’idrogeno e gli e-fuel. Tuttavia, non tutte queste opzioni sono pronte per essere implementate a causa della maturità tecnologica e delle infrastrutture necessarie.
Nel breve termine, l’opzione più accessibile ed economica è rappresentata dagli HVO, che possono essere utilizzati nei motori esistenti senza modifiche tecnologiche. Questi biocarburanti possono ridurre le emissioni di CO2eq fino al 90% rispetto ai carburanti tradizionali. Altre opzioni a breve termine includono i biocarburanti FAME e il GNL.
Nel medio termine, il metanolo potrebbe essere una soluzione interessante, ma attualmente è ancora troppo costoso ed energeticamente impegnativo. L’ammoniaca e l’idrogeno sono considerati vettori energetici per il lungo periodo, ma presentano sfide tecnologiche, ambientali e di sicurezza. Gli e-fuel potrebbero essere utilizzati nel trasporto terrestre, ma avranno un impatto limitato sul settore marittimo.
Eni ha un’esperienza consolidata nella produzione di HVO e ha firmato accordi con Saipem e il Gruppo Azimut|Benetti per utilizzare biocarburanti idrogenati sui mezzi navali. L’azienda sta anche sviluppando altre soluzioni sostenibili, come l’idrogeno e l’ammoniaca verde o blu.
La decarbonizzazione del settore marittimo è una sfida complessa, ma Eni e gli altri attori del settore stanno lavorando insieme per creare una strategia condivisa. L’HVO è emerso come il vettore energetico preferito, grazie alla sua disponibilità e alle sue prestazioni. Questo biocarburante può accelerare la transizione energetica marittima senza dover aspettare nuovi motori o infrastrutture.
In conclusione, la decarbonizzazione del settore marittimo richiede un impegno collettivo e una collaborazione tra tutti gli attori del settore. La roadmap presentata da Eni fornisce una guida per la transizione energetica, identificando le opzioni disponibili e le sfide da affrontare. L’HVO è emerso come una soluzione promettente nel breve termine, ma sono necessari ulteriori sforzi per sviluppare e implementare altre soluzioni sostenibili nel medio e lungo termine.