Greenpeace: una minaccia imminente. Rimuovere completamente il petrolio in modo sicuro
Data: 21 Luglio 2023
Greenpeace International ha annunciato che è iniziata l’operazione pericolosa di rimozione di oltre un milione di barili di petrolio dal cargo in disfacimento FSO SAFER, al largo delle coste dello Yemen. Una seconda petroliera, precedentemente nota come Nautica e ora ribattezzata Yemen, si sta avvicinando alla SAFER per iniziare l’operazione coordinata dalle Nazioni Unite che dovrebbe porre fine a questa vicenda quasi decennale, iniziata allo scoppio della guerra nel Paese mediorientale.
Ghiwa Nakat, direttore di Greenpeace MENA (Medio Oriente e Nord Africa), sottolinea che la petroliera abbandonata FSO SAFER e il suo carico di 1.1 milioni di barili di petrolio rappresentano una bomba a orologeria che, dal 2015, rischia di causare una catastrofe umanitaria, ambientale ed economica. È solo grazie agli sforzi eroici dell’equipaggio e a una grande dose di fortuna che non si è verificata una catastrofe. Non intervenire sarebbe ancora più pericoloso, nonostante i rischi dell’operazione di salvataggio. Greenpeace spera che l’operazione di messa in sicurezza sia l’ultimo capitolo di questa terrificante vicenda, di cui le compagnie petrolifere sono responsabili.
L’ONU sta cercando disperatamente di raccogliere i fondi necessari per l’operazione, anche attraverso una campagna di crowdfunding. Greenpeace spiega che ulteriori finanziamenti saranno necessari per le fasi successive, ma la cifra complessiva per la messa in sicurezza rappresenta solo una minima parte dei profitti accumulati negli ultimi anni dalle compagnie petrolifere. Secondo un’indagine condotta da Greenpeace International nel settembre 2022, alcune delle maggiori compagnie di combustibili fossili come TotalEnergies, Exxon, Occidental e OMV hanno utilizzato la FSO SAFER per decenni, ma finora non hanno offerto alcun aiuto per prevenire la fuoriuscita di petrolio nel Mar Rosso.
L’organizzazione ambientalista conclude affermando che i rischi di uno sversamento di petrolio o di un’esplosione pendono come una spada di Damocle sulle teste di milioni di persone che vivono nella regione. Una simile catastrofe potrebbe infliggere danni irreparabili agli ecosistemi del Mar Rosso e ai mezzi di sostentamento delle comunità costiere, già colpiti dalla guerra in corso, dalla crisi umanitaria in Yemen e dagli impatti della crisi climatica. La minaccia imminente non potrà essere scongiurata finché il petrolio non verrà completamente rimosso in modo sicuro.