L’era del riscaldamento globale sta volgendo al termine, sostituita dall’era dell’ebollizione globale. Questo è il messaggio lanciato dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che ha sottolineato l’importanza di agire immediatamente per contrastare il cambiamento climatico. Secondo Guterres, è ancora possibile evitare le conseguenze più gravi del cambiamento climatico, ma solo con un’azione drammatica e immediata.
Il segretario generale del WMO, Petteri Taalas, ha sottolineato che gli estremi climatici sperimentati nel mese di luglio sono solo un assaggio di ciò che il futuro ci riserva. Le prime tre settimane di luglio sono state le più calde mai registrate, con temperature elevate in Nord America, Asia ed Europa, che hanno avuto un impatto significativo sulla salute delle persone, sull’ambiente e sull’economia. Secondo i dati ERA5 del Copernicus Climate Change Service (C3S), il mese di luglio è sulla buona strada per diventare il più caldo mai registrato.
Nonostante le previsioni e gli avvertimenti ripetuti, la velocità del cambiamento climatico è stata una sorpresa. Il 6 luglio, la temperatura media globale giornaliera ha superato il record stabilito nell’agosto 2016, diventando così il giorno più caldo mai registrato. Le prime tre settimane di luglio sono state le tre settimane più calde mai registrate, con la temperatura media globale che ha temporaneamente superato la soglia di 1,5°C al di sopra del livello preindustriale. La temperatura media globale della superficie marina è stata anche ben al di sopra dei valori precedenti per questo periodo dell’anno.
Secondo l’WMO, c’è una probabilità del 98% che almeno uno dei prossimi cinque anni sarà il più caldo mai registrato e una probabilità del 66% di superare temporaneamente 1,5°C al di sopra della media 1850-1900 per almeno uno dei cinque anni. Tuttavia, ciò non significa che supereremo permanentemente il livello di 1,5°C specificato nell’accordo di Parigi.
Mentre il mondo si confronta con questa emergenza climatica, in Italia il Governo Meloni sta riscrivendo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), tagliando una serie di interventi a favore dell’ambiente. Questi tagli coinvolgono principalmente i Comuni e includono misure per l’efficienza energetica, la rigenerazione urbana, la gestione del rischio alluvione e la riduzione del dissesto idrogeologico. Altre misure che verranno eliminate riguardano l’utilizzo dell’idrogeno per la riqualificazione dell’Ilva di Taranto, il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali, la promozione degli impianti energetici innovativi e la tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano.
È evidente che mentre l’ONU lancia un appello per un’azione immediata e drammatica per contrastare il cambiamento climatico, il Governo italiano sta prendendo decisioni che vanno nella direzione opposta. È fondamentale che i Governi agiscano con urgenza per affrontare questa emergenza globale e proteggere il nostro pianeta per le generazioni future. Solo attraverso un impegno concreto e una cooperazione internazionale possiamo sperare di evitare il peggio dell’ebollizione globale.