I ricercatori di Harvard hanno recentemente identificato i pesticidi più pericolosi per la salute umana, in particolare per il rischio di sviluppare il morbo di Parkinson. Questa scoperta è il risultato di uno studio condotto dalla University of California e dalla Harvard University, che ha utilizzato un approccio innovativo combinando l’epidemiologia e lo screening della tossicità.
Gli studiosi hanno analizzato un ampio database sull’uso di pesticidi in California e hanno individuato 10 sostanze chimiche che danneggiano i neuroni coinvolti nello sviluppo del morbo di Parkinson. Inoltre, hanno scoperto che l’esposizione combinata a più pesticidi utilizzati nella coltivazione del cotone è ancora più tossica di un singolo pesticida.
Lo studio ha coinvolto pazienti affetti da morbo di Parkinson nella Central Valley, i quali hanno partecipato a studi precedenti che hanno permesso di valutare la loro esposizione a lungo termine a 288 pesticidi diversi. Dai risultati ottenuti, sono emersi 53 pesticidi potenzialmente collegati al morbo di Parkinson, di cui la maggior parte non era stata precedentemente studiata.
Tra i 10 pesticidi identificati come particolarmente tossici per i neuroni dopaminergici, ci sono quattro insetticidi, tre erbicidi e tre fungicidi. Queste sostanze chimiche hanno caratteristiche e utilizzi diversi, ma tutte hanno dimostrato di danneggiare i neuroni coinvolti nella malattia.
Gli autori dello studio hanno sottolineato che il loro approccio potrebbe essere utilizzato per identificare altri pesticidi potenzialmente dannosi per la salute umana e per comprendere meglio le associazioni tra esposizione ai pesticidi e morbo di Parkinson. In futuro, i ricercatori intendono studiare le caratteristiche epigenetiche e metabolomiche legate all’esposizione ai pesticidi, al fine di approfondire la comprensione dei meccanismi biologici coinvolti nella malattia.
In conclusione, questa ricerca ha fornito importanti informazioni sulle sostanze chimiche più pericolose per la salute umana in termini di rischio di sviluppare il morbo di Parkinson. Questa scoperta potrebbe contribuire a migliorare la prevenzione e il trattamento della malattia, nonché a promuovere l’adozione di pratiche agricole più sicure e sostenibili.