La compagnia petrolifera messicana Pemex ha smentito le accuse degli ambientalisti riguardo allo sversamento petrolifero avvenuto il 12 luglio nella Sonda de Campeche, nel Golfo del Messico. Secondo le immagini satellitari interpretate dal geografo Guillermo Tamburini, la marea nera avrebbe raggiunto i 400 chilometri quadrati e potrebbe colpire le coste di Veracruz, Tamaulipas o degli Stati Uniti. Tuttavia, Pemex ha affermato che le perdite di petrolio sono state minime e che la maggior parte del volume sversato è stata immediatamente recuperata.
Le associazioni ambientaliste, come Alianza Mexicana contra el Fracking e Greenpeace México, hanno denunciato che l’incidente è avvenuto pochi giorni dopo un incendio sulla piattaforma Nohoch-Alfa, appartenente a Pemex, che ha causato la morte di due operai e il ferimento di altri otto. Le associazioni hanno criticato la risposta di Pemex, sostenendo che ci sono incongruenze nelle sue spiegazioni e chiedendo quali istanze siano responsabili dell’incidente e quali sanzioni saranno applicate.
Le associazioni ambientaliste hanno anche sollevato domande riguardo ai rischi climatici per le infrastrutture petrolifere e alle misure di bonifica per le comunità colpite. Hanno invitato Pemex, l’ASEA (Agencia de Seguridad, Energía y Ambiente) e le autorità competenti a rendere pubblici i dati e le prove che supportano le loro affermazioni.
Gli scienziati dell’Universidad Nacional Autónoma de México (UNAM) hanno confermato le affermazioni degli ambientalisti. Attraverso l’analisi di immagini radar, hanno stimato che l’area colpita dalla fuoriuscita di petrolio era di 467 chilometri quadrati. Gli scienziati hanno utilizzato mappe dell’Environmental Baseline Atlas of the Gulf of Mexico per determinare la posizione geografica della chiazza di petrolio e stimare la sua estensione.
La conclusione degli scienziati dell’UNAM è che la fuoriuscita di petrolio si sta dirigendo verso est-nordest e potrebbe colpire le coste del Golfo, inclusi Veracruz, Tamaulipas o gli Stati Uniti. Questa conferma scientifica mette in dubbio la versione di Pemex e rafforza le preoccupazioni degli ambientalisti riguardo agli impatti ambientali e alla salute delle persone.
Le associazioni ambientaliste hanno sottolineato che la loro motivazione è quella di mettere in guardia sugli impatti e sui rischi dell’estrazione di combustibili fossili, in un contesto di crisi climatica globale. Hanno invitato Pemex, l’ASEA e le autorità competenti a promuovere un confronto basato su prove e dati, al fine di affrontare gli incidenti e i loro impatti in modo adeguato.
In conclusione, nonostante le smentite di Pemex, gli scienziati dell’UNAM hanno confermato l’estensione dell’area colpita dalla fuoriuscita di petrolio. Le associazioni ambientaliste continuano a sollevare domande riguardo alle responsabilità dell’incidente e alle misure di bonifica per le comunità colpite. È importante che le autorità competenti prendano sul serio queste preoccupazioni e agiscano di conseguenza per proteggere l’ambiente e la salute delle persone.