Temporali molto intensi stanno colpendo le regioni del Nord già a partire dalla mattina di oggi, venerdì 21 luglio, e dalla serata del 20 luglio. Forti raffiche di vento, diversi millimetri di pioggia in poche ore e in alcuni casi grandinate che hanno bloccato il traffico in autostrada, com’è accaduto tra Como e Milano. Si segnala in concomitanza un drastico calo delle temperature che da oltre i 30°C di ieri, sono passate a 19-21°C. Ma è solo una parentesi prima di quella che potremmo indicare come la terza ondata di calore del 2023, provocata ancora una volta dall’anticiclone africano Caronte, che farà di nuovo schizzare in alto il termometro almeno fino a mercoledì 26 luglio. Come ripetiamo fin da giugno, il meteo dell’estate 2023 sarà contraddistinto da un aggettivo: instabile. Continuiamo a passare dal caldo record a nubifragi e no, non è sempre stato così: una ricerca pubblicata su Geophysical Research Letters ha dimostrato il legame tra questa costante altalena e il cambiamento climatico.
Ma andiamo con ordine. Arriviamo da una settimana contraddistinta da una tempesta di caldo storica. A Roma è stato raggiunto il record di 42°C, mentre in Sicilia siamo arrivati a 47°C. A Pomigliano d’Arco (Napoli), gli operai di Stellantis sono rimasti fermi due giorni a causa del caldo insostenibile che ha reso impossibile lavorare. E mentre al Centro-Sud ancora si suda e i valori continueranno a rimanere alti, le regioni settentrionali sono alle prese con temporali intensi e grandinate.
A Milano la protezione civile ha emanato un’allerta meteo arancione, che corrisponde a criticità moderata, in vigore dalla mezzanotte di venerdì. E già nella serata di giovedì la zona ovest della città ha assistito a una tempesta di fulmini piuttosto lunga.
Una breve tregua, destinata a durare fino a sabato 22 luglio, quando arriverà “Caronte bis”. Una ripresa dell’anticiclone africano, alimentato anche dall’aria rovente in arrivo dal Sahara, che farò di nuovo schizzare in altro il temometro a partire da domenica 23 luglio. Il picco verrà raggiunto tra lunedì 24 e mercoledì 26 luglio: sono previsti 47°C nelle aree più interne di Sardegna e Sicilia, e fino a 45°C in Puglia.
Come ti accennavamo all’inzio, questa instabilità è una delle conseguenze più evidenti della crisi climatica. Secondo il team di climatologi che ha lavorato allo studio internazionale, l’alternarsi di ondate di calore e violenti nubifragi è diventato più frequente negli ultimi decenni. “Abbiamo scoperto – hanno spiegato gli autori – che tra il 1956 e il 2015 queste alternanze tra fenomeni estremi all’interno di una stessa settimana avvenivano ogni circa 6 o 7 anni, ovvero il 15% di quello che ci si aspetterebbe di norma. In generale, la frequenza con cui l’instabilità si presenta aumenta del 22% di decennio in decennio”.
Questo perché l’aria più calda, portata dagli anticicloni africani, contiene quantità molto più grandi di vapore acqueo e quando, finalmente, riesce a rilasciarlo lo fa in modo repentino e violento. Dallo scontro tra alta e bassa pressione si origina infatti un’energia che dà poi luogo a precipitazioni più intense. Se poi il terreno è secco a causa di un lungo periodo di siccità, farà più fatica ad assorbire l’acqua, favorendo il verificarsi di alluvioni: esattamente quanto accaduto in Romagna a maggio.
In questo scenario, fare previsioni meteo attendibili diventa sempre più difficile, così come è complicato avvisare in anticipo la popolazione rispetto a un evento estremo in arrivo.
Intanto, sembra che anche agosto sarà un esempio di quanto appena descritto. L’arrivo di un fronte di bassa pressione formatosi tra Regno Unito e Scandinavia farà sì che le regioni del Nord siano alle prese con temporali occasionali, che potrebbero verficarsi soprattutto al pomeriggio, almeno nella prima settimana del prossimo mese.
La prima settimana di luglio 2023 è stata la settimana più calda mai registrata nella storia a livello globale. Lo ha annunciato l’Onu, ribadendo come ormai ”siamo entrati in un territorio inesplorato” e dobbiamo attenderci altri recordi di caldo già nei prossimi mesi. Il principale responsabile è El Niño, un fenomeno climatico che provoca un forte riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico. Per ben tre volte in quattro giorni abbiamo infatti superato la temperatura media superficiale della Terra di 17°C, arrivando fino a 17,23°C.
Come sarà l’estate 2023, quindi? Quel che possiamo dire è che siamo appena all’inizio e per questo ancora non possiamo sapere con certezza come sarà dal punto di vista metereologico. La fine della primavera si è rivelata più fresca e più piovosa rispetto a quanto accaduto lo scorso anno: nel 2022 infatti l’anticiclone africano era arrivato a maggio e aveva stazionato sul nostro Paese fino a settembre.
Qualche avvisaglia del futuro però c’è già e a dominare sono proprio le conseguenze della crisi climatica. In Vietnam, ad esempio, ad aprile è stata registrata la temperatura più alta di sempre: 44,1 °C, superando anche il record di 43,4°C toccato nel 2019. La situazione era talmente grave, che le autorità hanno consigliato a tutta la popolazione di rimanere in casa almeno durante le ore centrali della giornata.
Ma anche la Spagna non è stata da meno, se pensi che l’ultima settimana di aprile è stata la più calda mai avuta in quel mese. In tutto il Paese le temperature sono state superiori di 10-15°C rispetto alla media stagionale per diversi giorni, arrivando a toccare i 38,4 °C all’aereoporto di Cordoba. Nello stesso periodo, alcune città del Marocco superavano i 41 °C.
Questi record negativi, che si ripercuotono sul tuo benessere e sulla tua salute, hanno una causa principale: il cambiamento climatico. Fino ad ora era stato il 2016 l’anno più caldo in assoluto, ma secondo l’Organizzazione meterologica mondiale stiamo per superarlo: il periodo 2023-2027 potrebbe rivelarsi rovente, come diretta conseguenza dell’effetto combinato di riscaldamento globale e ritorno di El Nino sull’Oceano Pacifico. C’è un rischio del 98% che uno dei prossimi cinque anni si riveli uno dei più caldi dalla fine del 19esimo secolo, oltre al fatto che abbiamo il 66% delle possibilità di raggiungere i famosi 1,5 gradi di aumento della temperatura globale rispetto all’epoca pre-industriale.
Che il Pianeta si stia riscaldando non è una novità. Sembra sia stato persino superato il record assoluto di temperatura massima mai registrata al mondo: si tratta degli oltre 56°C di Furnace Creek nella Death Valley in California, il 10 luglio 1913. Ma se quello era stato un caso isolato, ora sempre più di frequente nella medesima zona si superano i 54°C.
In Italia il record di caldo era stato toccato il 12 agosto 2021, quando a Floridia, frazione del comune di Siracusa, erano stati toccati i 48,8°C a causa dell’anticiclone africano Lucifero che in quei giorni stazionava sul nostro Paese. Già due anni fa infatti eravamo alle prese con temperature sempre più elevate, e non è un dato da sottovalutare il fatto che il 2022 sia stato l’anno più caldo mai registrato in Italia e l’estate più torrida mai vissuta in Europa. L’anno più caldo nel Vecchio Continente è stato invece il 2020. Tutte date molto ravvicinate, come puoi notare facilemente, che dimostrano un trend in crescita.
“Tutte le estati più calde degli ultimi due secoli sono concentrate dopo gli anni Duemila – aveva spiegato Andrea Giuliacci, meteorologo e climatologo, in un’intervista a Ohga. – Il clima, inoltre, si sta estremizzando: rispetto al passato si passa con molta più velocità da un evento estremo all’altro, da lunghi periodi in cui non piove a giornate in cui cade tutta la pioggia di una stagione”.
Le ondate di calore e gli eventi estremi rappresentano uno degli impatti più diretti che la crisi climatica ha sulla tua vita e continuando di questo passo sono destinati ad aumentare. Sarà davvero fondamentale riuscire ad abbattere le emissioni entro il 2030 e raggiungere il net zero per il 2050, abbandonando i combustibili fossili e riducendo drasticamente la mole di rifiuti che produciamo ogni giorno.
Una tempesta di caldo storica sta per abbattersi sull’Italia, mentre siamo nel pieno della seconda ondata di calore del 2023 resa più lunga da Caronte, l’anticiclone africano arrivato domenica 16 luglio sul nostro Paese. Sembra una storia che si ripete: temperature in aumento, afa che peggiora il disagio e mette ancora più a rischio la salute, consigli del Ministero della Salute per prevenire le conseguenze più gravi. Ma purtroppo questa volta c’è qualcosa di nuovo. L’”hot storm” che sta per investire la Penisola farà segnare nuovi record di caldo. Ancora più alti, ancora più preoccupanti. Il caldo record raggiungerà il suo apice tra martedì 18 e mercoledì 19 luglio. Si prevedono picchi fino a 47°C in Sicilia e oltre 42°C a Roma, quella che il Times ha definito “Infernal City” parlando proprio del clima torrido che ha avvolto la Capitale.
L’eccezionalità della tempesta di calore che ci attende sta nell’isoterma +26°/+28°C estesa su tutto il territorio nazionale e che perdura per diversi giorni. In altre parole, le condizioni metereologiche che stiamo vivendo non sono assolutamente normali: troppo caldo e per troppi giorni, che seguono la settimana più calda della Terra. Un altro fattore straordinario riguarda le notti tropicali che ci attendono, dove le temperature potrebbero non scendere mai al di sotto dei 20-24°C. Non solo, ma nelle città più grandi il fenomeno del rilascio di calore accumulato da strade ed edifici durante il giorno potrebbe far sì che il termometro segni 30°C anche a mezzanotte.
In generale, si prevedono fino a 39°C all’ombra, durante il giorno, sulla Pianura Padana e soprattutto in città come Bologna, Ferrara, Pavia e Mantova. Dovranno fare i conti con questo caldo intenso anche Toscana e Umbria, ma soprattutto il Lazio, dove si sfioreranno punte di 42-43°C. Regioni del Sud e Isole Maggiori saranno infine le principali vittime del caldo: a Foggia, Siracusa e Agrigento si arriverà ai 45°C.
Secondo il bollettino delle ondate di calore diffuso dal Ministero della Salute, domani, 18 luglio, saranno 20 le città da bollino rosso, mentre mercoledì 19 luglio 2023 saliranno a 23: Ancona, Bari, Bologna, Brescia, Cagliari, Campobasso, Catania, Civitavecchia, Firenze, Frosinone, Latina, Messina, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Rieti, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Verona, Viterbo. La Protezione Civile ha emanato invece un’allerta meteo per Campania, Lazio e Trenino Alto-Adige.
Intanto sempre il Ministero della Salute ricorda le regole per proteggersi dal caldo, come mantenere sempre freschi gli ambienti, ma anche evitare di dissetarsi con bibite zuccherate che peggiorano la disidratazione e vestirsi con indumenti chiari.
Le temperature potrebbero darci una leggera tregua a partire da giovedì 20 luglio quando sulle regioni del Nord sono attesi temporali. Ma non è detto che sia un tregua destinata a durare.
Abbiamo superato la soglia dei 40°C, il caldo record di luglio 2023 ancora non ci dà tregua. È accaduto martedì 11 e mercoledì 12 nelle regioni del Sud e nelle Isole maggiori, in particolare in Sardegna. Oltre all’aria rovente, inoltre, è stata trasporata anche la sabbia del deserto del Sahara, che è rimasta sospesa ad alta quota provocando cieli dall’aspetto lattigginoso che potresti aver notato già dall’inizio di questa settimana. Da questo momento in poi, però, l’Italia sarà divisa in due: a Nord temporali con allerta meteo arancione e gialla, al sud caldo afoso dovuto sempre alla seconda ondata di calore dell’estate 2023 che potrebbe proseguire fino al 20 luglio. Anche perché domenica 16 luglio l’anticiclone Cerbero lascerà il posto all’anticiclone africano Caronte, che provocherà un nuovo rialzo delle temperature con picchi fino a 43°C.
Giovedì 13 luglio, intanto, la coda di una perturbazione atlantica porterà precipitazioni, anche intense, sulle regioni settentrionali. Saranno a rischio pioggia l’Emilia-Romagna, la Lombardia, la Liguria, il Friuli Venezia-Giulia, il Trentino Alto Adige e il Veneto. Sarà colpita anche Milano, dove la protezione civile ha diramato un bollettino di allerta meteo di criticità moderata, codice arancione insomma, che entrerà in vigore proprio a partire dalla mezzanotte del 13 luglio. Oltre a forti piogge, non sono da escludere grandinate e raffiche di vento.
Di fronte a questo scenario, non ha molto senso parlare di maltempo. Passare dal caldo record a violenti temporali, quando non nubifragi, è un chiaro segno di come il meteo sia ormai sempre più instabile. Le stesse Nazioni Unite hanno dichiarato, per vie informali, che il cambiamento climatico è ormai fuori controllo. E d’altronde gli esempi sono davanti ai noi occhi: tra martedì 4 e giovedì 6 luglio Milano è stata colpita da ben due nubifragi, accompagnati anche da episodi di grandine, che hanno provocato allagamenti e fatto cadere diversi alberi. Nella zona di Varese, poche ore fa, un nubrigrafio con forti raffiche di vento ha scoperchiato tetti e fatto cadere piante sulla strada e sui binari della ferrovia.
E anche la Spagna all’inzio di luglio è stata vittima di un tragico alluvione. Per le strade di Saragozza in meno di un’ora si sono riversati fino a 54,2 litri di acqua per metro cubo. Molte persone sono rimaste intrappolate all’interno delle loro automobili ed è stato necessario l’intervento di vigili del fuoco e sommozzatori per trarle in salvo.
È arrivata la prima ondata di calore dell’estate 2023, portata in Italia dall’anticiclone africano Scipione. Dopo un maggio di 0,14 gradi al di sotto della media, per quattro giorni, a partire da martedì 20 giugno, il termometro segnerà diversi picchi oltre i 40°C. Il caldo record colpirà prima la costa ovest del Paese, per poi investire tutta la penisola. E, proprio come starai già immaginando, le temperature elevate saranno accompagnate da un aumento dell’umidità. Non ci aspetta insomma una settimana semplice e purtroppo la causa di queste situazioni meteorologiche anomale è il cambiamento climatico.
Dal deserto del Sahara è partita una massa d’aria subtropicale che punta dritto a Sardegna, Toscana e Lazio, dopo aver sorvolato il mar Mediterraneo. E proprio sul mare ha raccolto l’umidità che tu percepirai come afa molto fastidiosa, anche di notte. Da qualche anno, infatti, l’Italia infatti ha iniziato a vivere alcune notti tropicali, ovvero ore di buio in cui la temperatura non scende mai sotto i 20 °C, rendendo difficile il riposo e il sonno.
L’anticiclone continuerà a rafforzarsi fino a giovedì, spingendo sul nostro Paese masse d’aria rovente. Quali temperature ci saranno? Martedì riusciremo ancora a respirare, con variazioni che si attesteranno tra i 28 e i 32°C sulla maggior parte delle città. Ma da mercoledì 21 giugno, il solstizio d’estate, e fino a giovedì questa sarà la situazione:
oltre i 33-34°C: in Pianura padana, sulle valli alpine, in Toscana, Campania, Puglia, Sicilia 36°C: Roma, Firenze, Bolzano, Siracusa, Padova, Mantova e Ferrara 38°C: Foggia e Bari oltre i 40°C: Sardegna Tieni presente, inoltre, che in alcune zone interne del sud della Sardegna, è probabile che si raggiunga il record dei 43°C, mentre in Emilia Romagna sono attesi anche picchi di 37 °C.
Dopo giovedì, invece, si prevede il passaggio di temporali violenti, a causa del calore e dell’energia che avranno accumulato in questi 4 giorni. I valori massimi scenderanno, è vero, ma non aspettarti che il termometro segni meno di 30°C.
La prima ondata di calore dell’estate 2023 sarà seguita da un cosiddetto flash storm, ovvero un evento temporalesco rapido, di breve durata e costituito da una serie di fenomeni non convettivi. Nell’anticiclone africano Scipione, che in questi giorni ha provocato un rialzo delle temperature fino a sfiorare i 40°C, si insinuerà infatti una perturbazione nordatlantica la cui coda riuscirà a raggiungere il nostro Paese. Se quindi la giornata di oggi, venerdì 23 giugno, è stata la più calda dall’inizio dell’anno, per il weekend ci si attendono condizioni più miti: in alcune zone il termometro potrebbe scendere anche di 10 gradi.
Dal punto di vista del meteo, le regioni del nord-est e del centro Italia conosceranno forti temporali con anche il pericolo di grandinate, dopo che una prima ondata di rovesci si è abbattuta sulle Alpi nella notte tra il 22 e il 23 giugno. La perturbazione nordatlantica sta portando infatti venti più freschi che stanno formando un vortice ad alta quota dal quale saranno generati episodi temporaleschi. Queste oscillazioni continue da caldo afoso a precipitazioni intense sono un chiaro segno di come ormai siamo in piena crisi climatica. La maggiore violenza delle piogge deriva infatti dallo scontro tra l’aria fresca e quella molto calda che si è stabilizzata sulla nostra Penisola.
La buona notizia è che potremo respirare un po’ di più, con i valori massimi che si abbasseranno di circa 4 o 5 gradi un po’ ovunque. L’anticiclone oceanico delle Azzorre contribuirà a mantenere la colonnina di mercurio al di sotto dei 35 gradi almeno nel fine settimana.
Ma mentre l’estate Italiana quest’anno potrebbe risultare più fresca rispetto a quella del 2022, l’arrivo di El Nino peggiorerà invece il riscaldamento degli oceani e aumenteranno le probabilità di ondate di calore. A livello globale, dunque, il 2023 potrebbe addirittura essere ricordato come l’anno più caldo di sempre.
A riprova di quanto appena detto, Pechino e tutto il suo territorio provinciale stanno soffocando sotto temperature altissime, che ieri hanno raggiunto i 41,8°C a Huairou, sul versante settentrionale. L’Osservatorio Meteorologico locale ha sottolineato come siano stati superati i 40°C per la prima volta da maggio 2014 e come il caldo torrido quest’anno sia arrivato con ben due settimane di anticipo rispetto alla norma. Non solo, ma l’area sta vivendo una grave ondata di calore che ricorda quella del 2022 e che fa di nuovo temere per possibili blackout a causa dell’aumento della domanda di elettricità per far funzionare i condizionatori.
E la Cina non è l’unico Paese con un clima rovente. In India un centinaio di persone sono morte nell’arco di pochi giorni, dopo che un’ondata di caldo estremo ha fatto raggiungere anche anche i 42,2°C nello stato dell’Uttar Pradesh. Una situazione che ha portato a un aumento dei casi di inf