Un nuovo studio condotto dal Kings College di Londra ha rivelato che alcune persone continuano a sperimentare sintomi a lungo termine del COVID-19 che colpiscono il loro cervello, anche due anni dopo l’infezione iniziale. Questa ricerca ha dimostrato che le persone con sintomi persistenti come la confusione mentale e la nebbia cerebrale presentano ancora difficoltà cognitive anche dopo tanto tempo.
Fin dall’inizio della pandemia, molte persone hanno riferito di problemi cognitivi che persistono per mesi dopo essere state infettate dal COVID-19. Queste affermazioni sono state supportate da test oggettivi che hanno dimostrato un deterioramento delle capacità cognitive. Studi precedenti hanno anche evidenziato che i deficit cognitivi sono più gravi nelle persone che hanno avuto una forma grave della malattia e che hanno avuto bisogno di supporto respiratorio o ventilazione meccanica. Inoltre, è stato osservato che i pazienti con COVID-19 hanno subito cambiamenti strutturali nel cervello.
Tuttavia, gran parte delle ricerche precedenti sul COVID a lungo termine si è concentrata su piccoli gruppi di pazienti ospedalizzati e ha avuto un periodo di follow-up relativamente breve. Inoltre, nessuno di questi studi ha confrontato i pazienti positivi al COVID con un gruppo di controllo negativo, né ha esaminato se il recupero dal COVID a lungo termine porta a un miglioramento delle prestazioni cognitive.
Il nuovo studio ha cercato di colmare queste lacune nella ricerca. I ricercatori hanno valutato le prestazioni cognitive dei partecipanti (compresa la memoria di lavoro, l’attenzione, il ragionamento e il controllo motorio) durante due cicli di test cognitivi online condotti nel 2021 e nel 2022. Più di 3.000 partecipanti sono stati reclutati tramite un’app per smartphone chiamata Studio sui sintomi COVID, lanciata nel Regno Unito nel marzo 2020. Tutti i partecipanti hanno fornito il loro consenso informato per partecipare allo studio.
I partecipanti che hanno riportato i punteggi più bassi ai test erano quelli che avevano avuto sintomi di COVID-19 per almeno 12 settimane. Queste persone hanno mostrato un deterioramento cognitivo equivalente a un invecchiamento di 10 anni.
Nonostante sia trascorso quasi un anno dal primo test, questi partecipanti non hanno mostrato miglioramenti significativi durante il secondo ciclo di test condotto nove mesi dopo. Ciò suggerisce che gli effetti del COVID-19 sulle prestazioni cognitive possono persistere per un lungo periodo di tempo.
Tuttavia, i ricercatori hanno anche scoperto che i partecipanti che si consideravano completamente guariti dal COVID-19 avevano prestazioni cognitive simili a quelli che non avevano mai contratto il virus.
Secondo il dottor Nathan Cheetham, autore principale dello studio, questi risultati indicano che gli effetti del COVID-19 sulle funzioni cognitive possono essere ancora rilevabili anche a due anni dall’infezione iniziale. Tuttavia, è incoraggiante notare che le persone che si considerano completamente guarite non mostrano alcun effetto negativo sulle prestazioni cognitive, nonostante abbiano avuto sintomi per diversi mesi.
La professoressa Claire Steves, coautrice dello studio, ha sottolineato l’importanza di approfondire la comprensione degli effetti a lungo termine del COVID-19 sul cervello. Nonostante siano trascorsi due anni dalla prima infezione, alcune persone continuano a non sentirsi completamente guarite e a essere influenzate dagli effetti persistenti del virus. È necessario fare ulteriori ricerche per capire perché ciò accade e cosa si può fare per aiutare queste persone.
In conclusione, il nuovo studio condotto dal Kings College di Londra ha evidenziato che alcune persone continuano a sperimentare sintomi a lungo termine del COVID-19 che colpiscono il loro cervello anche due anni dopo l’infezione iniziale. Questi sintomi possono causare difficoltà cognitive e un deterioramento delle prestazioni mentali. Tuttavia, è incoraggiante notare che le persone che si considerano completamente guarite non mostrano alcun effetto negativo sulle prestazioni cognitive. Questa ricerca sottolinea l’importanza di approfondire la comprensione degli effetti a lungo termine del COVID-19 sul cervello e di fornire supporto alle persone che continuano a soffrire di sintomi persistenti.