L’impatto crescente degli eventi meteorologici straordinari: le cifre dell’ONU e l’esperienza italiana

bLKObKyU Qx3MmxXB wapt image post 19

La natura si manifesta in maniera sempre più violenta, a testimonianza di un ecosistema globale in affanno. Secondo un recente rapporto dell’ONU, dagli anni ’70 fino al 2021 si sono registrati circa 12mila eventi estremi, con oltre 2 milioni di vittime. L’Italia, nonostante non sia un paese in via di sviluppo, non è immune da questa tendenza crescente.

@Gettyimages

1. Numeri allarmanti dal mondo e dall’Italia

1.1 Un bilancio globale drammatico

Negli ultimi cinque decenni, disastri naturali estremi hanno provocato un numero di vittime superiore a 2 milioni. Questi dati, diffusi dall’Organizzazione mondiale della meteorologia dell’ONU, evidenziano una crescita costante di tali fenomeni. Nel periodo tra il 1970 e il 2021 sono stati registrati quasi 12mila eventi estremi, causando danni economici per un totale di 4.300 miliardi di dollari. Il 90% delle vittime proviene dai paesi in via di sviluppo, ma il fenomeno non risparmia le nazioni sviluppate, come dimostra la recente alluvione in Romagna.

1.2 La situazione italiana secondo Legambiente

Nel contesto italiano, l’Osservatorio CittàClima di Legambiente ha rilevato che dal 2010 ad oggi si sono verificati 1.674 eventi meteorologici estremi, tra gelate insolite, ondate di caldo, siccità e inondazioni. Sebbene si possa affermare che se ne è verificato uno ogni tre giorni, tale rappresentazione non riflette correttamente la realtà. Infatti, circa un quarto di questi eventi si sono concentrati nell’ultimo anno e mezzo e il 2022 ne ha registrati il 55% in più rispetto al 2021. In altre parole, la frequenza di tali eventi è in netto aumento.

2. L’intensificazione degli eventi estremi e il ruolo del cambiamento climatico

2.1 Un crescente livello di intensità e violenza

Un recente studio del Cnr pubblicato su Nature Communication ha rivelato un aumento dell’intensità e della violenza di questi eventi. Non solo, il rapporto ha nuovamente confermato la correlazione tra questi fenomeni e il riscaldamento globale e la crisi climatica.

2.2 Il caso della Romagna

Nel particolare, la Romagna ha sperimentato due eventi meteorologici estremi in un brevissimo lasso di tempo. Due episodi di piogge intense hanno portato, in alcune zone, fino a 500 millimetri di pioggia in 36 ore. In due settimane, a Cesena, Faenza e Forlì è caduta la quantità di acqua che normalmente cade nell’arco di 6 mesi. Oltre alla condizione climatica, anche l’eccessiva urbanizzazione, la mancanza di manutenzione dei fiumi e la conformazione geografica dell’area, una pianura alluvionale, hanno contribuito al disastro. Tuttavia, il cambiamento climatico ha avuto un ruolo chiave. E la tendenza futura sembra prevedere un’alternanza sempre più frequente di fiumi asciutti e case ricoperte di fango.

Con questo scenario preoccupante, Legambiente esorta il governo italiano ad “investire in prevenzione, adottare immediatamente il piano di adattamento al clima, ancora in sospeso, destinando le adeguate risorse economiche per la sua attuazione, attualmente assenti, e approvare una legge contro l’uso eccessivo del suolo”. Allo stesso tempo, l’ONU mira a fornire sistemi di allerta precoce a tutte le popolazioni a rischio entro il 2027.

Exit mobile version